Pesaro, 28 aprile 2024 – C’è anche un esponente della Lega nonché delegato sindacale tra gli indagati dell’inchiesta che ha coinvolto Fattorie Marchigiane di Colli al Metauro, azienda controllata del gruppo Tre Valli Cooperlat. Nei giorni scorsi è stata recapitata l’informazione di garanzia agli indagati, per ora nove nomi, per i reati di adulterazione del prodotto e frode in commercio.
L’esperto: Soda caustica nel latte? “Difficile da individuare senza analisi mirate”
La maxi-perquisizione nel caseificio di via Cerbara risale a lunedì scorso e l’indagine coinvolge trasversalmente figure aziendali di vertice, consulenti esterni, tecnici di laboratorio sia dell’azienda sia dell’ente di certificazione pubblico sia addetti alla produzione. Gli indagati sono: Nicolas Capomasi, addetto alla produzione, Francesco Caverni, tecnico di laboratorio dell’Amap (Agenzia Marche Agricoltura e Pesca), Gianluigi Draghi, presidente del cda di Fattorie Marchigiane, Samuele Girolomoni, addetto alla produzione, Frediano Luconi, coordinatore dei siti di produzione, Roberto Manna, responsabile di laboratorio, Giuseppe Nucci, ex dipendente aziendale in pensione da 4/5 mesi e richiamato in servizio per svolgere un incarico di consulenza, Bernardo Pittalis, direttore di produzione e Diego Zanchetti, addetto all’inserimento nei sistemi gestionali. Quest’ultimo è consigliere comunale uscente del comune di Acqualagna, membro del direttivo provinciale della Lega e, come riportato nel proprio curriculum pubblicato sul sito del Comune di Acqualagna, anche rappresentante sindacale aziendale. Contattato dal Carlino, ha preferito non commentare la vicenda.
La perquisizione è stata condotta su vasta scala: ha impegnato oltre 60 tra carabinieri dei Nas di Ancona, ispettori del Ministero e consulenti Arpam e Ast e si è protratta per diverse ore, da prima dell’alba fino al tardo pomeriggio. Sono state sequestrate circa 90 tonnellate di latte e 110 tonnellate di prodotti lattiero caseari, insieme a circa 2,5 tonnellate di sostanze sofisticanti tra soda caustica e acqua ossigenata che sarebbero state utilizzate, secondo la procura, per coprire e correggere il cattivo stato di conservazione di prodotti destinati alla grande distribuzione. Il valore complessivo è di circa 800mila euro. La maxi-operazione è partita da una causa di lavoro presentata da ex dipendenti per reazione al proprio licenziamento.
E a proposito dell’inchiesta della Procura di Pesaro intervengono unitariamente anche i sindacati di categoria Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil. "Apprendiamo con stupore le notizie riguardo l’inchiesta che sta interessando un’azienda del gruppo Cooperlat. Come organizzazioni sindacali del settore agroalimentare Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil delle Marche sono dalla parte della legalità, del rispetto delle norme e sempre pronte a denunciare le irregolarità di ogni genere. Fermo restando la presunzione di innocenza, essendo in gioco la sicurezza alimentare e la salute, confidiamo nel lavoro delle autorità preposte e auspichiamo che la verità emerga quanto prima nel rispetto dei consumatori, degli stessi lavoratori interni e dell’indotto anche a tutela dell’immagine di qualità di tutto il comparto".