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I docenti dell’istituto Pascoli salutano il professor Guidi, morto domenica a 63 anni. "Era un amico"
I docenti dell’Istituto Pascoli, ora confluito nell’Istituto Volponi-Pascoli, salutano il professor Enrico Maria Guidi, loro dirigente tra il 2014 e il 2020, morto domenica all’età di 63 anni.
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"Caro Enrico, noi docenti dell’istituto Pascoli ti abbiamo conosciuto come Dirigente, in realtà sei stato un compagno di viaggio e un amico con cui condividere l’idea di una scuola attenta all’umanità di ciascuno nelle diverse sfumature. Ci ha accompagnato innanzitutto il tuo sguardo: uno sguardo buono, pieno di considerazione verso i ragazzi, uno sguardo capace di vedere oltre l’apparenza o la ribellione, capace di valorizzare qualità e potenzialità, ma anche di comprendere debolezza, limite o difficoltà.
Ci ha accompagnato la tua empatica ironia: una battuta, un sorriso, una pacca sulla spalla per dirci di ampliare l’orizzonte, allargare le prospettive, al di là del contingente, del già saputo, del prevedibile. Ci ha accompagnato la tua idea di libertà: una libertà che non ammetteva alcuna subordinazione al punto di enunciazione altrui, una libertà che, al di là dei ruoli, desiderava incontrare l’altro nonostante ma anche attraverso l’ostacolo o l’errore. Ci ha accompagnato il tuo amore per la bellezza, la bellezza dell’arte, della natura, dello stare insieme, la bellezza della riflessione e della critica, l’amore per la ricerca della verità piuttosto che la sicurezza della risposta dogmatica o preconfezionata. Desideriamo salutarti con le tue stesse parole, scritte qualche anno fa per una recensione, ma che suonano ora sorprendentemente coincidenti con chi sei stato e con chi continuerai ad essere per tutti noi: "L’essere umano non si costituisce come una sostanza auto-fondata o attraverso una facoltà di sintesi, ma dipende nel suo essere dal riconoscimento dell’Altro, dal desiderio dell’Altro", ha scritto Jaques Lacan. In pratica per il filosofo psicanalista francese non c’è una vera e propria identità soggettiva che si crea attraverso una maturazione, ma si costituisce attraverso l’Altro, anzi il desiderio dell’Altro, divenendo in un certo senso l’Altro stesso… Tuttavia la vera scoperta dell’Altro come elemento che costituisce il sé e l’identità, viene a galla proprio dal lato più nascosto, da quello da cui mai si sarebbe potuto credere fosse capace di sgorgare… Porsi di fronte ad un Altro significa anche trovarsi di fronte ad un Altrove… L’Altrove si pone come la soluzione, o per lo meno la via da percorrere, per trovare una propria identità in collegamento con l’altro e con tutti i mondi che sembrano non sfiorarci, non esistere e invece sono lì, pronti per essere scoperti". Grazie, Enrico!"
I tuoi docenti