
Foto di gruppo in Comune
Pesaro, 17 marzo 2022 - Il vicesindaco e assessore alla bellezza Daniele Vimini è stato senza dubbio il grande regista di tutta l’operazione che ha portato Pesaro a diventare Capitale italiana della cultura 2024. E’ la seconda medaglia che si mette al petto dopo quella di Città creativa della musica Unesco.
Vimini, dopo tanti mesi di lavoro quant’è grande la soddisfazione?
"Direi grandissima. Il verdetto all’unanimità della giuria ci inorgoglisce. Siamo grati a loro e al ministro Franceschini per questa nomina. E’ stato un lavoro corale che è stato percepito come tale e siamo contenti di aver scommesso sulle nostre certezze, cioè il patrimonio culturale, delle bellezze e delle nostre proposte".
E adesso cosa succede?
"Succede che da domattina lavoreremo a testa bassa guardando avanti e riprendendo a tessere la tela con gli altri 50 comuni con i quali abbiamo cominciato a confrontarci nei mesi scorsi. Abbiamo scommesso sul quartiere, sulla città e la provincia dell’immaginario e dobbiamo lavorare su un territorio che ha bisogno di essere riconnesso grazie ad un’opportunità così grande. Ora abbiamo la possibilità di realizzare il programma con un po’ di anticipo".
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-Il 2024 non è poi così lontano.
"Abbiamo poco più di un anno per prepararci, ma è un lavoro già iniziato che, come detto, coinvolge altri cinquanta comuni; il nostro 2024 si può dire che è già iniziato, guarderemo a Procida e anche a Bergamo e Brescia, osserveremo il loro lavoro per avere anche qualche insegnamento da loro".
Come vi raccorderete con gli altri Comuni?
"Siamo certi che questo progetto possa fare emergere le potenzialità di tutto il territorio, anche le realtà di provincia che non sempre hanno le occasioni per esprimersi. Con loro abbiamo già avviato un confronto e ci sono già diverse idee. L’importante è realizzare un programma che tiene insieme patrimonio, sostenibilità, natura e tecnologia".
Veniamo al tema della sostenibilità economica.
"La credibilità e sostenibilità del nostro progetto è uno dei punti che credo abbia meglio qualificato il nostro dossier. Si tratta di un budget sobrio (6 milioni di euro circa), ma appropriato a svolgere un programma che si terrà in tutta la provincia, durante 50 settimane, iniziando da Fano per finire ad Urbino. Un budget che raggiungeremo sommando agli oltre 2 milioni stanziati dal Comune di Pesaro, il milione assegnato dal Ministero, i 500 mila euro che dovrebbero salire ad un milione di euro da parte di Regione Marche e infine i fondi ottenuti da istituzioni pubbliche e private e quelli ottenuti tramite la bigliettazione degli spettacoli e delle iniziative".
Chi li gestirà?
"Dovremo strutturarci con una Fondazione di Comunità che dovrà lavorare in particolare sull’aspetto finanziario per raccogliere i fondi che serviranno a realizzare il progetto".
Qualcuno si è già fatto avanti?
"Ho almeno un centinaio di messaggi ancora da leggere. Chissà, vedremo".
Dopo la Citta della Musica, la Capitale della cultura non è proibito sognare per il 2033.
"È un percorso che abbiamo iniziato con Urbino, poi questa ci siamo concentrati su questa occasione che tuttavia può essere considerato una sorta di ‘riscaldamento’; un lavoro parallelo che proveremo a giocarci con il vantaggio di essere già a regime dal biennio 2022-2024".