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Camorra: arresti e ristoranti sequestrati

L’ombra dei clan arriva a Gabicce Mare nell’inchiesta condotta dalla Finanza di Rimini. In manette otto persone, raffica di indagati.

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Le mani della camorra sulla Riviera: la sede operativa a Cattolica, ma ramificazioni e interessi economici hanno intrecciato i territori di Gabicce Mare, passando per a Parma e Forlì. Con l’operazione “Darknet“, il comando riminese della Finanza ha assestato un duro colpo ai tentacoli della malavita. Tra i beni sottoposti a sequestro preventivo e aziende bloccate nell’azione di riciclaggio per oltre 71 milioni di euro anche un paio di locali a Gabicce Mare: sigilli al ‘Ristorantino da Ciro’ (che fa capo a Ciro Rosolino) in via della Vittoria 35 e il Pier Luké di via Risorgimento (di Pietro Carlino e Luca Raucci). Il “Tre Pini“ (di Michele Rosolino) di via Machiavelli, presente nell’elenco dei locali sequestrati, è chiuso invece da almeno un anno.

Ai vertici dell’organizzazione criminale sono stati individuati esponenti dei clan Sarno e dei Casalesi. Il bilancio della maxi operazione è imponente: nove le misure cautelari (otto arresti, di cui 5 in carcere e tre ai domiciliari e un obbligo di dimora) resesi necessarie. Tra gli indagati uno è residente a Pesaro, due risultano risiedere a Gabicce Mare mentre un quarto uomo risiede a Sassocorvaro. In totale sono state 17 le aziende sequestrate mentre è di oltre trenta milioni di euro il valore dei beni congelati. Le persone denunciate a piede libero sono ben 55. A molte di queste è stata contestata anche l’aggravante mafiosa e accertato riclaggio, auto ricilaggio e riempiego per oltre 71 milioni di euro. ’Darknet’, come è stata ribattezzata la gigantesca inchiesta è stata condotta dalle fiamme gialle di Rimini, guidate dai colonnelli Antonio Garaglio e Michele Ciarla, in collaborazione con il Gico di Bologna e coordinati dai procuratori Giuseppe Amato (Bologna) e Elisabetta Melotti (Rimini). Nel business illecito c’è un po’ di tutto: società per l’edilizia, la manutenzione degli ascensori o locali al pubblico come pizzerie al taglio a Cattolica e ristoranti a Gabicce Mare. A Parma anche corruzione di funzionari pubblici per entrare nel mondo degli appalti. Ottanta sono state le perquisizioni compiute in tutta Italia dopo ben 412.026 conversazioni telefoniche intercettate relative a 31 utenze in tre anni di indagini. I reati contestati, a vario titolo, sono di associazione a delinquere finalizzata al ricilaggio, intestazione fittizia di beni, turbativa d’asta, corruzione, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Per alcuni degli indagati c’è l’aggravante di aver commesso i reati per agevolare i rispettivi clan.

In manette sono finiti Giovanni Iorio, 51 anni, cognato di Vincenzo Sarno dell’omonino clan, Luigi Saverio Raucci, genero di Enrico Zupo del clan dei Casalesi, Antonio De Martino, viso pulito dell’associazione incaricato della gestione di diverse società, Francesco Cercola e Salvatore Zupo.

Agli arresti domiciliari il commercialista cattolichino Pasquale Coppola, pesarese di nascita, e Paola Signorino di Parma, incaricata di pubblico servizio e la cattolichina Tania Ginefra. Altri otto sono gli indagati nel riminese. E’ stata un’indagine, quella della Finanza, nata tre anni fa, che ha messo sotto la lente, accertamenti patrimoniali su 210 conti correnti, utilizzando il software Molecola. Ma soprattutto le intercettazioni ambientali e quelle telefoniche hanno visto nascere l’organizzazione di stampo camorristico con Iorio e Raucci al vertice. Un fiume di denaro, milioni di euro che però non figuravano in nessun bilancio e al fisco, tanto che Raucci viveva in una casa popolare. Ad aiutare i due nelle loro attività risulta centrale la figura del commercialista Pasquale Coppola (iscritto all’ordine, ma già sospeso e ora ai domiciliari). E’ lui che secondo gli inquirenti, grazie a fatture per operazioni inesistenti, avrebbe drenato gli utili per centinaia di migliaia di euro. L’organizzazione ha mostrato la capacità di espandersi in Italia allungando i propri tentacoli in 15 province e 8 regioni.