
Cambia il clima, allarme tartufo. Ridotta la stagione della raccolta
C’è il cambiamento climatico, i tartufi hanno un periodo di maturazione diverso e anche le date della cerca e di raccolta si devono adeguare, cosi come la normativa. A metterlo nero su bianco è la giunta regionale delle Marche, che ha recentemente deliberato (l’11 giugno 2024) la proposta di legge concernente la raccolta e coltivazione dei tartufi e la valorizzazione del patrimonio tartufigeno da sottoporre all’approvazione del Consiglio Legislativo. Attualmente nelle Marche la normativa prevede la raccolta del tartufo bianco pregiato (il Tuber Magnatum Pico) dall’ultima domenica di settembre al 20 gennaio, con la nuova legge sarà possibile farlo dal 1 ottobre al 15 gennaio dell’anno successivo, pochi giorni di scostamento ma utili per il delicato ecosistema del ricercato prodotto della terra.
Un significativo cambiamento di date sulla raccolta del tartufo lo si aveva avuto nel 2022 quando la chiusura nelle Marche era stata posticipata dal 31 dicembre al 20 gennaio del 2023. "Nel Tavolo di Filiera permanente del tartufo - spiega il consigliere regionale Giacomo Rossi- abbiamo raggiunto un primo importante accordo al fine di tutelare la presenza e la riproduzione dei tartufi nel nostro territorio. Da tutti i componenti del tavolo, tartufai, tartuficoltori, commercianti e istituzioni, è emersa la necessità di rivedere alcune date di apertura e chiusura della cerca, a seguito anche dei cambiamenti climatici in corso. Lo spostamento del calendario è stato fatto anche per altre specie quali il tartufo uncinato, il tartufo tero liscio e il tartufo nero ordinario". Anche Emanuela Bartolucci, membro del direttivo di TuberAss - la più grande associazione italiana di commercianti di tartufo con 80 membri - ha partecipato al tavolo di filiera delle Marche: "Si è deciso di ritardare la raccolta di una settimana e questo significa lasciare più a lungo sul terreno il cosiddetto fiorone, ovvero il tartufo bianco non ancora maturo, in modo da favorire la procreazione negli anni successivi e in modo da tutelare il consumatore finale che riceverà un tartufo più maturo e di maggiore qualità". "Rivedere le date di chiusura e apertura del tartufo è molto importante per la salvaguardia del prodotto- sottolinea Gabrio Bagiacchi, esperto tartufaio di Apecchio, che porta avanti la tradizione di famiglia da tre generazioni - . Magari la data di chiusura del bianco la riporterei al 31 dicembre. Una cosa molto importante sarebbe chiudere la raccolta al tartufo nero estivo il 20 agosto (con la nuova legge è il 31 agosto ndr), perché si impedirebbe di rovinare il cosiddetto fiorone che, lasciato sul terreno, marcisce lasciando spore atte alla riproduzione".
Passando ai commercianti, Davide Possanzini, direttore commerciale di Acqualagna Tartufi, approva la scelta: "Siamo soddisfatti da questo nuovo calendario di raccolta. Purtroppo negli ultimi anni si avvertono forte pressioni ed una concorrenza sleale dai mercati internazionali che favoriscono l’introduzione anche nel nostro paese di prodotto extra Ue: non a caso negli ultimi anni assistiamo alla presenza di tartufo estivo proveniente dall’Iran già a partire da febbraio. Questo porta inevitabilmente diverse aziende a competere quasi esclusivamente sul prezzo, con un tartufo estivo di bassissima qualità. Noi, per rispetto della nostra storia e del nome che portiamo, trattiamo esclusivamente prodotto fresco proveniente dal nostro Appennino che possiede caratteristiche organolettiche eccezionali e difficilmente replicabili in altri territori. Fortunatamente quello che succede nel mercato internazionale del tartufo estivo, attraverso raccolte intensive e spregiudicate (spesso eseguite con la zappa e senza l’ausilio del cane), non può succedere nel mercato del tartufo bianco, essendo quest’ultimo un prodotto raro e vocato a particolari territori, difficile anche da reperire e da raccogliere senza l’aiuto del cane. Non è un caso che la cerca del tartufo sia ufficialmente iscritta dal 2021 nella lista Unesco del Patrimonio culturale immateriale".