REDAZIONE PESARO

"Cagli deve rivendicare il ruolo che le compete"

Luigi Minardi, già presidente del Consiglio regionale, teme per il Celli e per il Santo Stefano: "Ho paura che si voglia creare il deserto"

Luigi Minardi, già presidente del Consiglio regionale, teme per il Celli e per il Santo Stefano: "Ho paura che si voglia creare il deserto"

Luigi Minardi, già presidente del Consiglio regionale, teme per il Celli e per il Santo Stefano: "Ho paura che si voglia creare il deserto"

Dal 19 Agosto 2023, nel silenzio generale del Piano sanitario regionale, Cagli non è più considerata ’Zona particolarmente disagiata’ e, nonostante gli annunci di un nuovo presidio sanitario, secondo l’ex assessore e presidente del Consiglio regionale Luigi Minardi rimane a rischio il vecchio ospedale Celli, con all’interno il reparto privato del Santo Stefano.

C’è chi dice che ormai Cagli non conti nulla. Come commenta a riguardo?

"Perché, pur essendo in zona disagiata, non è stata tolta anche Cingoli, città dell’assessore regionale alla Sanità? Prima eravamo insieme. Pergola e Cingoli non stanno in piedi per meriti ’aziendali’ e Amandola avrà un ospedale nuovo (30 posti in area degenza e 40 in Rsa) per lo stesso motivo. Scelte intelligenti o favoritismi?"

Che significato ha per lei questa scelta egionale?

"Può essere che abbia deciso qualcuno che non sapeva che Cagli negli ultimi 10 anni ha perso il 13 per cento della popolazione e continua a diminuire di 80 unità all’anno e che il suo territorio non è da meno. I tecnici sono un po’ schiavi dei loro modellini e non si rendono conto, purtroppo, che togliere servizi alle aree interne significhi incentivarne l’esodo. Sta alla politica farglielo capire. Qualcuno ha calcolato l’aumento del costo della sanità a famiglia nelle aree interne? È assurdo, aumentano i costi e diminuiscono i servizi".

Che fine farà il Santo Stefano?

"Scelte illogiche, e si può ipotizzare che l’obiettivo sia quello di far ’sloggiare’ dall’ospedale anche il Santo Stefano, per creare il deserto totale a beneficio degli ospedali limitrofi che usufruirebbero dei ’clienti’".

Quale fatto avvalorerebbe questa ipotesi?

"Non è stato ancora appaltato dalla Regione l’adeguamento dell’ospedale Celli alle norme antisismiche, il cui progetto è disponibile da tempo. A Pergola, al contrario, i lavori sono già iniziati impegnando una quantità considerevole di risorse economiche. Al di là di ogni discorso, è chiaro che per Cagli questa sia la priorità delle priorità. Tra l’altro non si capisce quale interesse avrebbe la Regione a svuotare e lasciare un immobile pericoloso di sua proprietà, in mezzo alla città. La messa in sicurezza e la manutenzione ormai spettano a lei per sempre. Per noi, c’è da stare all’erta e rivendicare con forza l’adeguamento".

La politica cagliese cosa ha fatto ai suoi tempi e cosa sta facendo?

"Dal 2023 a oggi, anche il Comune di Cagli e l’Unione dei Comuni mi sembra che non abbiano fatto molto e non mi interessano le polemiche retrospettive di anni fa; io sarei per ragionare ormai con tutti, pure con la politica pergolese, anche se, per ora, si sta muovendo come un elefante in cristalleria. Unica condizione è la convergenza chiara e leale sugli obiettivi. La battaglia a favore delle aree interne si estenderà sempre più anche in altri settori ed è inevitabile che Cagli dovrà rivendicare ed avere il ruolo che le compete".

Mario Carnali