
Un anziano alle prese con moduli da firmare, a volte possono esserci brutte sorprese
Pesaro, 24 marzo 2025 – Quell’uomo così distinto gli aveva ispirato fiducia fin da subito. Ma di lì a poco, i soldi messi da parte da 14 clienti della nostra provincia, per un totale di 145mila euro, si sarebbero volatilizzati, scomparendo insieme al sorriso rassicurante del broker solitario sceso dal nord.
Eppure Gilberto Omarini, 64 anni, residente a Ravenna ma attivo nella zona di Forlì, dava l’impressione di sapere il fatto suo e di essere l’uomo giusto a cui affidare i risparmi di una vita. Qualcuno gli aveva lasciato i 10mila euro che gli avevano regalato i nonni per la laurea, una coppia di giovani sposi con un bimbo piccolo aveva investito i soldi donati da amici e parenti per il matrimonio.
Un 81enne e un 78enne di Fermignano gli avevano creduto quando il broker gli aveva assicurato che investire i risparmi di una vita in quegli strumenti finanziari, avrebbe portato un guadagno sicuro. Ora però il giudice Maria Rosaria Pietropaolo, della sezione civile del tribunale di Pesaro, lo ha condannato a restituire tutto, oltre gli interessi dalla domanda al saldo e le spese legali, annullando i contratti stipulati tra il consulente finanziario e i propri clienti.
Il broker lavorava come “battitore libero“, cioè come consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede su incarico di una società bolognese, la Solution group spa. Questa società è fallita il 15 marzo 2022 e, dopo l’apertura della procedura concorsuale, si è scoperto che era una “scatola vuota“. Tra i clienti della nostra provincia che si sono affidati a lui anche la famiglia di un ragazzo rimasto disabile dopo un incidente di molti anni fa e che aveva investito negli strumenti finanziari proposti dal 64enne, i soldi versati dall’assicurazione come risarcimento.
“La Solution group spa ha uno stato passivo di circa 7 milioni di euro – racconta l’avvocato Tommaso Patrignani che ha assistito, insieme al collega Enzo di Maria del foro di Ancona, i 14 clienti del broker che si sono costituiti in giudizio –. Inserirci come creditori nello stato passivo difficilmente avrebbe portato ad un risultato visto che la società bolognese risulta ripulita di qualsiasi credito. E così abbiamo scelto la strada di far causa direttamente al broker e il giudice ci ha dato ragione. Siamo riusciti a dimostrare che aveva fatto sottoscrivere, in un arco temporale compreso tra il 2020 e il 2021 contratti per l’acquisto di strumenti finanziari partecipativi denominati “Solution 1“, vale a dire titoli del valore nominale di 1.000 euro ciascuno. Non solo non aveva fornito le doverose informazioni e comunicazioni circa l’esercizio del diritto di recesso, anzi aveva proposto agli attori di proseguire l’investimento di ulteriori 24 mesi, pochi giorni prima che società bolognese fosse dichiarata fallita”.
E così un operaio metalmeccanico, un falegname, alcuni pensionati, uno studente, avevano versato assegni bancari ed effettuati bonifici per somme comprese tra i 10mila e i 30mila euro ciascuno, rassicurati dalla prospettiva di un investimento sicuro. La sentenza segnala che alla data del 4 febbraio 2022, il broker ha “convinto tutti i sottoscrittori a non esercitare il diritto di recesso e, per alcuni, addirittura a proseguire l’investimento di ulteriori 24 mesi, quando, in realtà, la società, già versava in condizioni economico-finanziarie precarie, tanto da essere, di lì a poco, dichiarata fallita dal Tribunale di Bologna”.
“Un ulteriore elemento che attesta la responsabilità del broker – segnala l’avvocato Patrignani – è che lui stesso come consulente della società, non sia stato ammesso al passivo del fallimento. La procedura concorsuale della Solution group riguarda anche un’altra quindicina di pesaresi che hanno stipulato contratti con la società bolognese, ma con altri consulenti. Nel nostro caso il tribunale, avendo provato l’indipendenza professionale dell’intermediario e la sua responsabilità, il broker è stato chiamato a rispondere personalmente. La sentenza è già esecutiva e, nell’arco di un mese, potremmo già trascrivere l’atto di pignoramento”.