Pesaro, 4 gennaio 2024 – Immaginate una sfera di cristallo dal diametro di 4 metri. Posizionatela davanti al portone delle Poste in piazza del Popolo. Avvicinatevi. Vedreste che la sfera ha una superficie composita: le immagini video seguono la curvatura sferica e sono riprodotte grazie ad un mosaico di 2 milioni di led.
Sotto la pelle tecnologica ci sono dei sensori capaci di cogliere il movimento dello spettatore e di “inventare“ un’armonia, solo collegando ai gesti della persona, stimoli sonori e cromatici. La sfera, o “biosfera“ come l’hanno battezzata i suoi ideatori, sarà il simbolo di Pesaro, Capitale della cultura 2024. E queste che pubblichiamo sono le prime immagini del progetto. E’ bello sapere che con un oggetto del genere, si possa anche “giocare“, soprattutto pensando all’anno che vorremmo: serio nei contenuti, ma non serioso nell’espressione.
"Vero – osserva il vicesindaco Daniele Vimini – la sfera può essere interattiva, ma ha tante altre potenzialità. La tecnologia di cui è fatta la svincola dai limiti di spazio e tempo: a volo d’uccello potremo volare sul patrimonio naturalistico del San Bartolo o pregustare suggestivi accenni dello spettacolo immersivo “Kagàmi“ che ospiteremo in città, dedicato all’opera di Ryūichi Sakamoto, il compositore giapponese, recentemente scomparso. E non solo".
Cos’altro?
"Sarà bello anche scoprirlo. Posso dire che all’inizio essenzialmente vedremo, in forma tridimensionale, sferica, le immagini realizzate nelle settimane scorse della città, con le bellezze della provincia, del San Bartolo, dei mosaici, della Chiesa nel nome di Dio e via dicendo. Poi le altre suggestioni prenderanno forma, man mano che si coinvolgeranno artisti, illustratori, architetti e designer e si stabilirà un tema. Di base, il fulcro sarà la natura nei filoni di tecnologia, sostenibilità e arte. Tutti i giorni ci saranno dei momenti regolari di accensione ed emissione di contenuti".
Sia che si tratti di richiami al programma di eventi in atto in città, sia che si tratti di fatti interessanti colti nella loro attualità, la sfera sarà una sorta di mascotte dentro cui curiosare...
"Sì, grazie alla tecnologia potrà essere materiale quanto una scultura e immateriale come una sfera di cristallo, in grado di evocare sogni, valori e sensibilizzare sui messaggi da Capitale".
La visual art sarà un fattore ricorrente: l’avremo al Parco Miralfiore con la prima nazionale “Ritornano le lucciole: Spark” di Studio Roosegaarde, proiezione immaginifica di migliaia di lucciole al Parco Miralfiore, come l’estetica “aumentata“ dalle proiezioni del visual designer Paolo Buroni, sparate su esterni ed interni del vecchio palazzetto, futuro Auditorium Scavolini...
"Vero, ma ci sarà anche molta materia. La stessa Biosfera sarà assonante alla “Palla“ di Piazzale della Libertà, quando in Pescheria verrà allestita una retrospettiva con opere monumentali di Arnaldo Pomodoro che torneranno in città".
Quali altri valori veicolerà la Biosfera?
"In sintonia con la Sonosfera, racconterà i dati del cambiamento climatico. L’elaborazione potrà essere aperta all’interazione con il web".
Chi lavora alla Biosfera?
"E’ un progetto realizzato da uno studio marchigiano-romagnolo – pendolare tra Londra e il nostro territorio – in collaborazione con Casa delle Tecnologie Emergenti - CTE Square".
Quando è previsto il suo arrivo?
"Entro la prima quindicina di febbraio. In questi giorni, ingegneri e creativi stanno facendo i test".