A Pesaro mancano i posti nei nidi comunali. A Villa Betti, invece, lo spazio ci sarebbe se non fosse che l’asilo è impegnato dall’ambulatorio medico. Davanti a questa contraddizione, Daniele Costantini, padre con due dei tre figli sotto i 2 anni, rompe ogni indugio: "Non me lo spiego – osserva –: a Villa Betti c’è un asilo, utile allo scopo di liberare almeno 8 posti su Pesaro, ma viene impegnato per altro. Se invece fosse usato per la ragione per cui è stato costruito si otterrebbe un doppio beneficio". Quale? "Le famiglie che orbitano nelle aree periferiche con i genitori pendolari nelle aree artigianali – tra Villa Betti, Ginestreto, Santa Maria dell’Arzilla, Novilara... – guadagnerebbero un asilo più vicino, mentre chi risiede a Pesaro città, disporrebbe di almeno otto posti in più".
I bambini più piccoli di Costantini ce l’hanno fatta: entrambi sono rientrati in graduatoria tanto che Emily di 4 mesi andrà a Vismara, mentre Tommaso, 2 anni, frequenta il nido di Borgo Santa Maria. "Ottimizzare la dislocazione dei servizi sembra poca cosa: infondo è tutto nel giro di pochi chilometri, ma calato nella vita reale, è tutt’altro che così". Ne sanno qualcosa i coniugi Costantini entrambi lavoratori: residenti a Villa Betti (Pesaro), lui lavora a Montelabbate mentre lei è impiegata a Tavullia. "Quando ancora allattavo Tommaso – dice mamma Ludmila – è stata una vera staffetta". Per tutto il tempo dello svezzamento il marito ha optato per il turno mattutino – dalle 7 alle 15 – e Ludmila per quello pomeridiano – dalle 16 alle 22. Nell’ora di scarto i due genitori si incrociavano in un parcheggio strategicamente a metà strada: immaginate la scena con Ludmila, in auto che dà l’ultima poppata prima di consegnare Tommaso tra le braccia del babbo e scappare a lavoro. Il figlio più grande, Dragos, non è maggiorenne.
"E’ bravissimo, ci aiuta come può – osserva Ludmila –, ma è il sistema a non funzionare. I sacrifici li facciamo con amore, ma vorremmo collaborazione dalle istituzioni". Anche perché finito il congedo parentale, il margine di manovra per genitori che lavorano è sempre più risicato. C’è sempre la maternità facoltativa, ma taglia drasticamente salari e stipendi, riducendo la paga ad un misero 30%. Inoltre senza servizi, per i Costantini, realtà come Monteciccardo e i quartieri collinari sono destinati allo spopolamento: è meglio intervenire prima, che correre ai ripari poi. La struttura, ex sede di un asilo, oggi trasformato in ambulatorio e affettuosamente ribattezzata, la Pagoda, venne costruita nel 2017. Progettata dall’architetto blasonato Hiroshi Nakashita potenzialmente è espandibile fino a 20 posti. "Anche noi facciamo parte del Comitato pesarese Genitori lavoratori – concludono i Costanini –: speriamo ancora nell’allungamento dell’orario pomeridiano come il Comune aveva promesso. Pensare ai servizi educativi è prioritario".