
Sproloquio su Facebook: "Fanno passare messaggi falsi". Ma lui per primo sa bene che è tutto negli atti, nero su bianco
Speriamo che oggi il sindaco Andrea Biancani ci dica che il suo profilo Facebook è stato hackerato. Perché, se così non fosse, dovremmo rassegnarci al fatto che sia stato lui, proprio lui, il sindaco di Pesaro, a scrivere quello sproloquio comparso ieri. Lo spunto è stata la foto di prima pagina del Carlino nella quale comparivano Biancani stesso e il vicesindaco Daniele Vimini sulla vicenda Anac. Ricordate il titolo? "Un presidente irregolare. Caso Vimini: parla l’Anac". Ebbene, sul profilo Facebook di Biancani la reazione è stata questa: "Due primi piani così non vengono riservati nemmeno a due banditi. Siamo al limite del ridicolo e la stampa questa volta ha veramente esagerato. Non siamo delinquenti e questo trattamento non lo accetto. Io continuo a lavorare per la città, mentre voi continuate a dare voce a chi fa politica attraverso le denunce. Un metodo che non mi appartiene, né oggi né mai. La serietà e la trasparenza sono le caratteristiche che da sempre mi contraddistinguono e di cui vado fiero. Voglio solo ricordare che oggi, chi accetta ruoli nelle diverse fondazioni del Comune, lo fa a titolo gratuito, senza rimborso spese ma con delle responsabilità che solo chi ha a cuore le istituzioni pubbliche sceglie di assumersi.Non aggiungo altro, buona vita a tutti".Il primo passaggio lascia senza parole: "Due primi piani così non vengono riservati nemmeno a due banditi". Sono i primi piani del sindaco e del vicesindaco di questa città. Sono facce che mettiamo più o meno ogni giorno sul Carlino: Biancani che indica i tombini, Biancani con il casco da operaio, Biancani sui go-kart, Biancani a Rocca Costanza davanti alla cella che fu di Vasco Rossi, Biancani che inaugura negozi, Biancani che parla con Alexa. Ieri c’era semplicemente un Biancani con espressione seria accanto al suo vicesindaco perché il tema è un verdetto dell’Anac, l’Autorità per l’anticorruzione, che li riguarda. Ed è negativo. Cosa c’entrano i banditi e i delinquenti? Cosa c’è di ridicolo se non, appunto, quello sproloquio apparso su Facebook?Detto questo, Biancani (o chi per lui) ci accusa di dare voce a chi fa politica con le denunce. Noi diamo voce a tutti, e ne diamo tantissima a lui. L’altro ieri, nello specifico, dopo aver provato inutilmente a sentire la sua versione ("Oggi non parlo perché devo sentire gli uffici", ha risposto), la voce l’abbiamo data direttamente all’Anac che ha spiegato per filo e per segno i contenuti della delibera con cui ha stabilito una cosa non secondaria: che le nomine di Vimini a presidente della Fondazione Pescheria e del Rof erano irregolari. Incarichi ‘inconferibili’, per dirla in burocratese. Nello sproloquio su Facebook, Biancani dice che chi accetta ruoli nelle Fondazioni lo fa a titolo gratuito e si assume la responsabilità. Ma va fuori tema. Il tema è che secondo l’Anac, il Comune ha violato le regole affidando quegli incarichi a Vimini. E le regole sono una cosa seria. Non è serio, invece, che un sindaco (o chi per lui) faccia finta di niente e si affidi al tribunale dei social per prendersi i "like" a furor di popolo. Non solo "like", peraltro, perché quando qualcuno gli fa notare anche su Facebook che "lo dice l’Anac che ci sono state cose irregolari", Biancani (o chi per lui) risponde: "Le cose vanno raccontate come sono. Non facendo passare messaggi palesemente falsi o faziosi". Ma siccome Biancani sa bene che non c’è niente di falso in ciò che abbiamo ricostruito – lo sa perché è negli atti, lo sa perché l’avevamo persino anticipato ad agosto – quello che scrive questi sproloqui su Facebook è sicuramente un hacker. Non può essere lui. Il sindaco di Pesaro.Roberto Fiaccarini