Belloni, un babbo chiamato presidente: "Dedico questo incarico a mio figlio"

Così l’ex assessore insediandosi in Consiglio. "La sua disabilità poteva distruggermi. Mi ha fortificato"

Belloni, un babbo chiamato presidente: "Dedico questo incarico a mio figlio"

Belloni, un babbo chiamato presidente: "Dedico questo incarico a mio figlio"

"Vorrei dedicare questo ruolo a mio figlio Enrico. Quando è nato mi ha cambiato la vita, mi ha fatto capire quali sono le cose più importanti, mi ha dato l’equilibrio giusto per raggiungere traguardi che nessuno si sarebbe aspettato da me. E mi ha fatto comprendere che quando ti succedono cose straordinarie o ti distruggono o ti fortificano. A me hanno fortificato. Buon lavoro a tutti". Con queste parole, Enzo Belloni, nel nuovo ruolo di presidente del Consiglio comunale ha fatto commuovere l’assise, riunitasi ieri, per la prima volta, dopo le elezioni dell’8 e 9 giugno. Belloni, dopo 15 anni da assessore, è finito nello scranno più alto, dopo sindaco e vicesindaco, dove ricoprirà un ruolo di garante, a tutela della normale dialettica democratica.

Vicepresidente del Consiglio sarà Serenza Boresta, segretario comunlae di Fratelli d’Italia, la quale emozionata ha ringraziato i consiglieri per la fiducia. Proprio di rispetto dei ruoli ha parlato il sindaco Andrea Biancani, il quale per la prima volta dalla sua investitura, ha usato toni pacati, non sempre percettibili se continuerà a non tenere vicino il microfono: "Sono emozionato – ha detto, vestito in modo impeccabile, nel giurare fedeltà alla Costituzione: "Grazie a tutti. Vorrei riuscire a trovare la massima collaborazione con tutti: quello che ci deve caratterizzare è il rispetto reciproco visto che il nostro è un ruolo istituzionale, pubblico. Mi auguro in quest’aula di riuscire a lavorare nel migliore modo possibile, al servizio dei cittadini. La porta del sindaco è aperta per tutti i cittadini così come per chi svolge una funzione pubblica".

Peccato che il sindaco non si è accorto della protesta formale fatta dal consigliere eletto Michele Gambini, il quale come cinque anni fa con Matteo Ricci sindaco, protestò proprio per le modalità con cui venne eletto il presidente del Consiglio. Al momento di votare, Gambini è uscito dall’aula informando i consiglieri riguardo le ragioni: Per Gambini "il ruolo della maggioranza è stato mortificato. C’erano 10 caselle da riempire, 9 di competenza del sindaco e 1 di competenza del consiglio: la presidenza. E’ stato tutto deciso senza coinvolgere la maggioranza nella costruzione delle scelte e degradando il ruolo dei consiglieri a quello di ratificatori delle scelte di altri". Ad accorgersi dell’atto gentile, ma fermo di dissenso, sono stati in parecchi, tra cui Giorgio Tornati, tra i pubblico, il quale ha apprezzato la rettitudine del punto di vista. Alle dimissioni di Stefano Donini, Luca Pieri e Timoteo Tiberi – a seguito delle quali sono entrati in Consiglio per scorrimento, Stefano Mariani, Simonetta Drago e Sabina Alessandroni. Mauro Marinucci è intervenuto esprimendo la propria delusione: "Non ho nulla contro le persone, ma trovo inopportuno davanti agli elettori che uno si dimetta". Il Consiglio, al netto delle surroghe, conta 21 in maggioranza e 11 in minoranza: Sabina Alessandroni, Simonetta Drago, Michele Gambini, Monica Manenti, Anna Maria Mattioli, Lorenzo Montesi, Luca Pagnoni Di Dario, Maruska Palazzi, Marco Perugini, Andrea Salvatori. Evelina Anniballi, Riccardo Bernardi, Andrea Biancani, Stefano Cioppi, Romina Dominici, Letizia Rocchi; Enzo Belloni, Francesca Tommasoli; Agostino Vastante; Stefano Mariani; Lorenzo Lugli;

Adriana Fabbri. All’opposizione:Giovanni Dallasta, Marco Lanzi, Giulia Marchionni ; Antonio Bartolomei; Dario Andreolli; Serena Boresta, Cristina Natalia Canciani, Giovanni Corsini, Daniele Malandrino, Michele Redaelli; Mauro Marinucci. Nel clima di festa è apparso anche Matteo Ricci, in foto, ogni volta che a parlare era Biancani: finita l’emozione bisognerà ricordarsi di sostiuire la foto.

Solidea Vitali Rosati