ALESSANDRO MAZZANTI
Cronaca

Barista aggredito col coltello. Due clienti lo difendono, assalitore fermato dai carabinieri

Attacco brutale al cafe White, in via Giolitti a Pesaro. Ancora sconosciuto il movente, la vittima è il titolare del locale, Orazio, ferito al volto: l’altro ha usato una lama da cucina

Davide Pierleoni, l’amico Roberto e in mezzo Ambra Alacqua, la figlia del titolare del Cafè White di via Giolitti, Orazio Alacqua

Davide Pierleoni, l’amico Roberto e in mezzo Ambra Alacqua, la figlia del titolare del Cafè White di via Giolitti, Orazio Alacqua

Pesaro, 8 aprile 2025 – Lo ha assalito con un coltello, riuscendo a ferirlo al volto. Il perché di quella violenza, ancora non si sa. E’ successo ieri pomeriggio al bar White, intorno alle 5. Il bar tabaccheria si trova in via Giolitti, di fronte alla Beda, ed è gestito da Orazio Alacqua, poco più che 50enne. E’ lui la vittima dell’aggressione: finito in ospedale, è ferito al volto ma ha solo dei graffi, e le sue condizioni non risultano gravi. L’aggressore è stato fermato dai carabinieri e trattenuto fino a ieri sera in caserma.

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Ore 17, circa. Tutto sta filando tranquillo. A un certo punto si vede entrare nel bar un tipo, conosciuto da diverse persone nella zona e chiamato Tommy, tra i 40 e i 50 anni. Si avvicina al bancone ed inizia a parlare col titolare. I due si conoscono, evidentemente. In quel momento nel bar c’erano solo due persone. Una delle due è Davide Pierleoni, pesarese, 56 anni, operatore ecologico, l’altro, Roberto, è un suo amico. Pierleoni era capitato lì per caso, gli avevano cambiato il turno, e stava parlando con l’amico. E’ lui che vede tutta la scena ed interviene assieme all’amico anche per fermare l’aggressore. Ecco il suo racconto.

"Io ero vicino al bancone – racconta Pierleoni, – quando arriva Tommy, uno che in tanti lì conosciamo. Comincia a dire al barista ’Ti chiedo scusa, ti chiedo scusa’. L’altro, il barista, che si chiama Orazio, gli dice che non deve chiedergli scusa, non c’è motivo, ’perché in realtà non mi hai fatto nulla’, gli diceva Orazio".

"Ma Tommy – continua Pierleoni – quasi subito gli dice: ’Ti posso dare un abbraccio’?". In realtà è un tranello. "All’improvviso – racconta Pierleoni – lo vedo che fa il giro del bancone, tira fuori il coltello e comincia a dare fendenti contro di lui". Fortuna vuole che il coltello dell’aggressore sia di quelli da cucina, abbastanza piccolo e con la punta tonda. "Orazio – continua il testimone Pierleoni – si mette le mani sul capo per ripararsi, io per bloccarlo gli tiro una pirofila che trovo lì nella testa, poi lo prendo per un braccio, per trascinarlo via...".

I due però – Orazio e il suo aggressore – nella concitazione escono dal bar. La colluttazione continua quindi fuori dal locale: "Tommy – prosegue Pierleoni – continuava a minacciare il titolare, lo inseguiva dietro le macchine che erano parcheggiate lì davanti e dava dei pugni su quelle, noi cercavamo di tenerlo lontano, tentando di dividerli. Orazio si vedeva che aveva dei graffi nel volto".

Qualcuno nel frattempo ha già chiamato i carabinieri e il 118. Il titolare del bar viene caricato sull’ambulanza e portato in ospedale, l’altro, l’aggressore, si allontana di pochi metri ma viene raggiunto dai carabinieri che lo mettono in macchina e lo portano in caserma, fino a sera.

Tommy, in base alle testimonianze raccolte nei pressi del locale, risulta che fosse quasi un anno che non si vedeva in quel bar. E non è ancora chiaro cosa abbia scatenato la sua furia nei confronti del titolare.