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Bambini delle elementari a scuola di soccorso grazie al 118

In una scuola primaria di Fermignano, un progetto educativo sul corretto contatto con i soccorsi del 118 sensibilizza i bambini alla sicurezza stradale e all'uso dell'app "112 Where ARE U". Gli operatori del 118 e gli insegnanti lavorano insieme per insegnare ai ragazzi come gestire situazioni di emergenza in modo efficace.

Bambini delle elementari a scuola di soccorso grazie al 118

Una chiamata al 118 può salvare delle vite se fatta in modo corretto. In quest’ottica nella scuola primaria di Fermignano è stato creato dalle insegnanti un progetto che vede al centro la sicurezza stradale e il corretto modo di contattare i soccorsi. "Abbiamo passato un paio di giorni con i bambini delle classi 4ª e 5ª della scuola primaria di Fermignano – raccontano i soccorritori del 118 della Blu Pubblica Assistenza odv che hanno preso parte al progetto –. Siamo stati nelle classi a presentare sia la simulazione di chiamata ai soccorsi sia le manovre base da attuale in caso di ostruzioni o arresto cardiaco. Con la presenza di un infermiere abbiamo spiegato ai bambini come gestire una chiamata in caso di incidente o quando la situazione richiede l’arrivo dei soccorsi: in questi casi essere chiari e precisi e saper gestire lo stress di quei momenti può essere decisivo. Con i bambini poi abbiamo simulato una chiamata vera e propria, con l’infermiera che risponde all’altro capo del telefono e richiede informazioni sulla situazione del ferito, sul luogo dell’incidente o che guida il bambino su semplici cose che si possono fare. Abbiamo fatto visitare agli alunni anche una vera ambulanza e spiegato loro il principale funzionamento".

Non solo 118 però, oggi i soccorsi passano anche dallo smartphone: "Siamo sempre più connessi – spiegano gli operatori della Blu – e spesso anche i bambini hanno in tasca dei device, così abbiamo imparato insieme a usare l’applicazione “112 Where ARE U“ che consente di essere geolocalizzato dai soccorritori e di far partire chiamate silenti o chat, per chi non potesse parlare o per persone sordomute. I ragazzi sono stati molto attivi e hanno partecipato con attenzione sia alle simulazioni che al lavoro con i manichini e alla visita sull’ambulanza".

Andrea Angelini