REDAZIONE PESARO

Baby crimini, maxi allarme. È allerta in città

Le forze dell’ordine: "Tre gruppi di ragazzini scatenano di tutto. Vivono in condizioni estreme e agiscono alzando il tiro. Come quest’estate"

Baby crimini, maxi allarme. È allerta in città

Hanno creato allarme sociale e speculazione politica (in vista delle prossime elezioni amministrative di maggio 2024) gli episodi di cronaca nera che questa estate hanno visto protagonisti giovani e giovanissimi in città. Ma stanno mettendo anche sotto pressione le forze dell’ordine che in quasi tutte le occasioni si sono dimostrate efficienti nel dare risposte immediate alla paura dei cittadini: da un lato assicurando subito alla giustizia tutti i colpevoli dei reati commessi (al momento manca all’appello solo l’autore della spaccata al distributore di snack del Pincio, un volto sconosciuto alle forze dell’ordine) dall’altro intensificando la loro presenza sul territorio, per lo più in condizioni di forte sofferenza di uomini e donne in tutti i comandi.

Dalle minacce ad una donna incinta al Poderino ("se non mi dai i soldi ammazzo te e il bambino"), ai due 18enni aggrediti al Lido (uno per una sigaretta caduta a terra e l’altro per un portafogli con dentro appena 25 euro), passando per la rapina di una collana d’oro ad un 80enne in Sassonia, i casi di spaccio segnalati in piazza Amiani e i ripetuti atti di vandalismo sulle mura augustee e nei sottopassi fanesi: questa estate a Fano non si è parlato d’altro che di baby gang e disagio giovanile. Ma è davvero così drammatica la situazione fanese? Da fonti interne alle forze dell’ordine, si comprende che si tratta di tre gruppi di ragazzini, ciascuno formato da una decina di persone, ciascuno con all’interno due o tre elementi che sono minori stranieri non accompagnati affidati alle comunità del territorio, altri elementi fuoriusciti dalle comunità perché maggiorenni (in buona parte sono quelli che erano all’ex Vittoria Colonna e ora occupano altri alloggi di fortuna) e tra loro anche ragazzini di Fano e della Vallata del Metauro, tutti con situazioni familiari al limite del disagio socio economico. Una miscela che quando si riunisce diventa esplosiva di maleducazione, provocando e offendendo i passanti o commettendo atti di vandalismo. Il gruppo fa paura, ma è perlopiù innocuo perché non organizzato in maniera criminale. Poi però, ci spiegano, ci sono alcuni di loro, quelli che vivono in condizioni più estreme, che singolarmente agiscono alzando il tiro in maniera criminale, facendo furti, rapine, aggressioni, come è successo questa estate. Ma agiscono soli o al massimo in due o tre. Pur non trattandosi di azioni di gruppo però (e quindi parrebbe scorretto parlare di Baby Gang che rimanda al crimine organizzato) il timore è che se in un gruppo ci sono comunque dei piccoli criminali… per quelli che stanno intorno il passaggio è breve. Tanto più che sempre più spesso, in gruppo i ragazzi bevono e fumano sostanze, perdendo i freni inibitori e il senso del limite.

Un fenomeno nazionale e non tutto fanese, ribadiscono gli operatori, come dimostrano anche alcuni più gravi episodi giovanili che sono recentemente saliti alla ribalta nazionale. Di questo si è parlato mercoledì nella riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica richiesto dal sindaco di Fano Massimo Seri (proprio a seguito degli ultimi fatti commessi da gruppi giovanili che hanno preoccupato la città) e presieduto dal Prefetto di Pesaro Urbino Emanuela Saveria Greco a cui hanno partecipato i vertici provinciali delle Forze dell’Ordine e l’assessore al welfare di Fano Dimitri Tinti, con il Comandate della Polizia Locale di Fano Anna Rita Montagna e la dirigente al Servizio Sociale Associato Roberta Galdenzi.

Tiziana Petrelli