REDAZIONE PESARO

Aziende: raffica di chiusure. E i costi energetici volano. Cna: "Tempesta perfetta"

L’associazione lancia l’allarme: "Perso il 6,3% delle imprese in provincia". Il segretario regionale Bordoni: "Preoccupa soprattutto la meccanica".

L’associazione lancia l’allarme: "Perso il 6,3% delle imprese in provincia". Il segretario regionale Bordoni: "Preoccupa soprattutto la meccanica".

L’associazione lancia l’allarme: "Perso il 6,3% delle imprese in provincia". Il segretario regionale Bordoni: "Preoccupa soprattutto la meccanica".

Un bollettino di guerra quello che arriva dalla Cna: perse in provincia 2.062 imprese pari al 6,3%. Dalle circa 40mila imprese degli anni scorsi si è passati alle attuali 30.546 società iscritte alla Camera di commercio. I numeri del 2024 sono pessimi e per l’anno che si è appena aperto "la situazione è preoccupante". Uno dei pochi dati in controtendenza è quello relativo ai mezzi di trasporto – nautica e moto –. Sono previste anche meno assunzioni nelle aziende rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. "E’ vero che hanno chiuso un sacco di aziende – dice Moreno Bordoni, segretario regionale della Cna – ma è anche vero che la Camera di commercio regionale ha fatto pulizia di tutte le società inattive da oltre tre anni. E questo ha peggiorato i conti rispetto anche ad altre regioni". Che comunque le cose non stiano andando bene lo si evince dalle entrate nel mondo del lavoro perché la richiesta di manodopera cala del 7,1% rispetto allo scorso anno. Dato pù alto rispetto alla media regionale. "Ma io direi – continua Bordoni – che una delle situazioni che maggiormente preoccupa il sistema è la grande difficoltà ad accedere al credito da parte delle piccole e microimprese. E sarebbe un disastro se non ci fossero le Bcc e il nostro Confidi. Un altro problema di non poco conto è l’aumento di luce, gas, materie prime, pedaggi autostradali e costo delle benzina che incidono non poco sulle imprese. Ma questo è un problema in mano alla politica a livello nazionale, regionale e locale. Così come il problema delle infrastrutture per superare l’isolamento".

Tra i dati che colpiscono c’è il grande numero di imprese legate al settore agricolo (-258) che hanno chiuso i battenti, così come è molto alto quello legato alle costruzioni che ha avuto un taglio di ben 357 aziende in provincia. "Quello dell’agricoltura è uno dei dati che ha colpito maggiormente – commenta Bordini – ma bisogna anche qui capire quanto abbiano inciso sul settore le alluvioni e il cambiamento climatico. Ma le cifre che preoccupano sono quelle della meccanica anche perché siamo fortemernte legati nella componentistica al settore auto tedesco. E sul settore dell’artigianato si vanno a scaricare tutti i problemi delle grandi aziende".

Tra i settori in crisi anche la moda che in provincia ha il suo polo nella jeans valley di Urbania. Chi va bene sono i mezzi di trasporto che nell’export fanno segnare un più 48% pari a 33,6 milioni, poi la nautica che è concentrata soprattutto su Fano ma anche due realtà – cita la Cna – come la Benelli Moto che in sostanza è una commerciale e quindi la TM Kart che sforna motori che vanno in tutto il mondo. Comunque una situazione non bella quella che si prospetta "con il gas che è già a 50 euro al megawatt/ore, stimato in ulteriore crescita del 30%, energia elettrica salita tra il 18 e il 20% e ora anche le tariffe dell’acqua, con le bollette raddoppiate o triplicate, per cui si rischia una tempesta perfetta". La Cna parla "di fattori che potrebbero innescare una gravissima recessione per l’economia locale già messa a dura prova negli ultimi anni".