Pesaro, 13 febbraio 2024 – Il quadro rifiutato a Pesaro (e non solo) ora è esposto al museo degli Uffizi di Firenze. Capita con un dipinto che ha il fondo in ceramica e che porta la firma di Camilla Guerrieri, la figlia di Francesco pittore di Fossombrone. Una storia che esce dai cassetti anche perché il direttore degli Uffizi non ha sborsato milioni di euro, anzi, acquistandolo dall’antiquario Giancarlo Ciaroni che lo aveva nella sua galleria a dieci metri da piazza del Popolo. Emerge questa vicenda perché i pagamenti da parte dello Stato per conto degli Uffizi sono di qualche giorno fa.
Ed arriva sotto i riflettori questo gran rifiuto non solo perché questo piccolo dipinto (14 centimetri di base e 16 di altezza) non è stato pagato un patrimonio, ma perché ha un percorso legato fortemente alla storia del duca Francesco Maria Della Rovere ed a sua figlia Vittoria. In questo ‘cammeo’ dipinto da Camilla Guerrieri, si vede Vittoria della Rovere donna. Quando lasciò il palazzo ducale in piazza del Popolo aveva 13 anni ed andava in sposa a Giangastone dei Medici. Una partenza con tanto di dote... cinque carri pieni di dipinti tra cui la Venere di Tiziano, troppo osè per essere tenuta in bella vista, per cui restò in un corridoio del palazzo di piazza accanto alle cucine. Partì Vittoria Della Rovere per Firenze con dietro proprio Camilla Guerrini che era sposata, con il castellano della rocca di Pesaro. In quei carri poi altri capolavori tra cui un Raffaello che invece era, si pensa, ad Urbino.
Un quadro particolare quello che la città si è fatta sfuggire perché quella con il pennello in mano è Camilla Guerrieri in una specie di autoritratto; quella al centro è Camilla della Rovere e nel cavalletto sulla sinistra c’è il ritratto del ritratto di Camilla Della Rovere. Lascia Pesaro questo dipinto per finire agli Uffizi. "Questo piccolo dipinto da qualche anno è in mio possesso e l’ho anche proposto, proprio perché ha un percorso ed una storia particolare, sia all’amministrazione di Pesaro, sia alla fondazione della Cassa di Risparmio di Fano e quindi con altri ritratti anche alla pinacoteca delle Marche. Facciamo sapere, facciamo sapere, ma non si è mai sentito più nessuno e il telefono non ha mai squillato. Poi si sono fatti avanti gli Uffizi che lo hanno acquistato. Pagato molto? Questo non lo posso dire, ma ero anche disposto a fare una donazione se fosse rimasto nel patrimonio della città. Ma è andata così...".
Tra le cose particolari di questa vicenda che affonda nei primi del Seicento, anche il fatto che Camilla Guerrieri, dopo venti anni passati alla corte dei Medici, con la morte di Vittoria, ottiene dai signori di Firenze un vitalizio. E con il marito pesarese, la pittrice che fa? Torna a Pesaro, si risposa, ed apre una bottega, sembra lungo Corso XI Settembre, parrocchia di San Terenzio, dove muore nel 1657. Ma per quanti soldi Pesaro (e non solo) si sono fatti sfuggire questo ‘cammeo’? Gli Uffizi pare lo abbiano pagato meno di 100mila euro.
m.g.