
Urbino, 29 dicembre 2023 – “Ho semplicemente fatto quello che dovevo fare in una situazione così drammatica, senza lasciarmi prendere dal panico, pur nella tragedia". Dalla sua abitazione di Monteprandone, comune in provincia Ascoli Piceno, Massimo Mariotti, l’autista eroe che ha salvato la vita di quarantasette persone che viaggiavano a bordo del suo pullman contro cui si è schiantata un’ambulanza del Potes di Fossombrone nella galleria tra Urbino e Fermignano, in provincia di Pesaro e Urbino, ricorda con poche ma chiare parole quei drammatici momenti: "Ho fatto quello che dovevo, sono riuscito a salvare la vita ai miei passeggeri, non purtroppo a quelli dell’autoambulanza, ci sono quattro morti, sono ancora sotto choc".

Potevano essere molti di più se Massimo Mariotti non avesse avuto sangue freddo nell’affrontare la situazione.
Infatti , dopo avere azionato luci e clacson, sperando di scongiurare lo scontro con l’ambulanza che stava finendo addosso al bus, nel terribile impatto e pur ferito è stato capace di mettere in salvo tutti: si è accostato alla parete della galleria lo spazio necessario perché le porte si aprissero. Quindi, nel panico generale, ha gridato a tutti di uscire in fila indiana dalla porta posteriore, per evitare il pericolo di esplosione dell’ambulanza, che poi è avvenuta poco dopo che la colonna di bambini e catechisti è uscita dal tunnel dopo avere camminato per un centinaio di metri, protetta dal guard rail. A uscire per ultimo dal pullman, dopo essersi assicurato che non ci fosse più nessuno, è stato l’autista 51enne della ditta Canali bus.
Ma lui non si sente un eroe: "Ho cercato di mantenere sangue freddo facendo quello che doveva essere fatto, ma non chiedetemi di più, sono ancora sconvolto per quello che è accaduto, è una questione di rispetto per i morti".
Quattro, ovvero tutti quelli che viaggiavano nell’autoambulanza: Stefano Sabbatini, l’autista di 59 anni, quindi l’infermiera Cinzia Mariotti, 49 anni, il medico Sokol Hoxha di 41 anni e il paziente Alberto Serfilippi di 85 anni.
Stefano Ruggeri, uno degli adulti che accompagnavano i bambini di tre parrocchie del Piceno alla visita dei presepi ad Urbino, ricorda quei momenti di panico: "Dopo l’impatto abbiamo subito soccorso i bimbi rimasti feriti nell’impatto. Alcuni sanguinavano dalla testa, abbiamo cercato di tamponare il sangue con fazzolettini, ma subito è arrivato l’ordine dell’autista di abbandonare il pullman. Abbiamo fatto in tempo a recuperare i giacconi dei ragazzi, quindi siamo scesi e abbiamo notato che dall’ambulanza iniziava ad uscire fumo. Ma ci siamo incamminati con ordine".
Alcuni dei passeggeri si sono accorti, racconta ancora Ruggeri, "che stava accadendo un incidente e hanno fatto in tempo ad assumere una posizione di emergenza. Io e qualche altro collega invece no e siamo finiti addosso ai sedili. L’autista ha cercato di avvertire il conducente dell’ambulanza lampeggiando con gli abbaglianti, ma è stata una frazione di secondi". E mentre l’autista dava immediata disposizione di abbandonare il mezzo, sul quale alcuni hanno lasciato borse e cellulari poi finiti in cenere, "i bambini hanno subito assunto atteggiamenti da adulti – conclude Ruggeri – hanno rispettato i comandi". Otto in totale i feriti, nessuno grave, grazie soprattutto all’autista, che, spiega la titolare di Canalibus Lucia Canali, "è stato bravissimo".