FEDERICO TEMPERINI
Cronaca

Arte con il miracolo del movimento. Simone Massi svela il suo “Invelle“

Il nuovo film di animazione dell’autore pergolese al cinema dopo gli entusiasmi alla Mostra di Venezia

Arte con il miracolo del movimento. Simone Massi svela il suo “Invelle“

Il nuovo film di animazione dell’autore pergolese al cinema dopo gli entusiasmi alla Mostra di Venezia

Nelle sale arrivrà, il prossimo 29 agosto, “Invelle“, lungometraggio di Simone Massi, regista pergolese fra i più importanti autori d’animazione al mondo. Presentato alla 80ª Mostra del Cinema di Venezia nella sezione “Orizzonti“ – dove ha ricevuto il Premio Carlo Lizzani e una standing ovation di sei minuti – dopo un intenso percorso festivaliero (e una proiezione oggi a Roma) e commenti entusiasti della critica, il film sarà presto per tutti.

Massi, finalmente “Invelle“ arriva al cinema. Cosa prova?

"Sentimenti contrastanti, una felicità contenuta perché l’uscita nelle sale avviene con un anno di ritardo. Ogni spiegazione a riguardo è legittima ma non persuade e, soprattutto, non consola".

Come è nato?

"Nasce dai racconti dei contadini, vicende umane che oggi risultano letteralmente incredibili. Racconti che ho messo insieme in tanti anni passati a guardare e ad ascoltare le persone che ho avuto vicino. Racconta la storia di una famiglia di campagna, dei bambini, della scuola, della terra, del cielo e del mare".

Chi sono i protagonisti?

"La trama – spiega Simone Massi – si dipana attraverso gli occhi di tre generazioni di infanzia contadina: Zelinda nel 1918, sua figlia Assunta nel 1943, il nipote Icaro nel 1978. Tre bambini che si passano il testimone e, allo stesso tempo, sono testimoni del passaggio della Storia, quella con la Esse maiuscola".

Dopo quasi trenta cortometraggi (e 300 premi vinti in tutto il mondo) questo è il suo primo lungometraggio. Che differenza c’è stata nella lavorazione?

"Una differenza notevole sul piano della costruzione della storia che, rispetto alla forma breve, doveva necessariamente svilupparsi per poter reggere più di un’ora di durata. Per la prima volta i miei personaggi di carta hanno un nome, parlano, si muovono, hanno padri, madri, sentimenti. È stata una piccola rivoluzione, inizialmente tutt’altro che facile. Poi la lunga gestazione ha fatto sì che, giorno dopo giorno, le insicurezze diminuissero e aumentasse la confidenza con questa, per me, nuova maniera di raccontare".

Cosa vuol dire “Invelle“?

"In nessun luogo, da nessuna parte. Un termine dialettale in passato molto diffuso, soprattutto fra i contadini. Quando è stata portata in città questa parola è caduta in disgrazia, prima irrisa e poi frettolosamente abbandonata e dimenticata, come fosse motivo di vergogna per coloro che la utilizzavano. Forse tradiva le origini. Origini che, per me, sono una medaglia al valore".

Lo possiamo considerare l’ennesimo omaggio alla sua terra?

"Il film racconta del nostro territorio, le facce, i paesaggi e la lingua sono indiscutibilmente le nostre. È stato bello coinvolgere molti pergolesi, che hanno prestato voce e volto, assieme a nomi più famosi (nei titoli di coda, fra gli altri, figurano Giovanna Marini, Toni Servillo, Luigi Lo Cascio, Filippo Timi, Ascanio Celestini, Neri Marcorè, ndr). La speranza è che quest’opera possa essere un omaggio alla terra in generale e che persone e culture, anche lontane, possano riconoscersi nelle vicende raccontate".