Arceci: "Chiedevamo i soldi poi ci pensavano i dirigenti"

L’ex capo di gabinetto: "Leggendo il Carlino ho appreso di Opera Maestra"

Arceci: "Chiedevamo i soldi  poi ci pensavano i dirigenti"

Franco Arceci, ex capo di gabinetto

Franco Arceci, ex capo di gabinetto per dieci anni del sindaco Matteo Ricci, ieri in sintesi ha svelato un fatto: "Lo staff del sindaco chiedeva i soldi agli sponsor ma non si interessava di chi materialmente li incassava. Era un compito che dovevano sbrigare i dirigenti del settore". Arceci ha dato questa risposta alla Commissione Atti che accerta come sia potuta nascere ’Affidopoli’ in favore dell’associazione Opera Maestra. Ecco le risposte fornite da Arceci: "Come capo di gabinetto, nel febbraio 2022, non ho mai indicato a nessun dirigente e a nessun funzionario comunale qualche ditta o destinatario per gli affidamenti. Ad onor del vero aggiungo che non ho neppure mai avuto nessuna sollecitazione a farlo né dall’interno né dall’esterno del Comune".

E ancora: "Non solo non ho mai conosciuto Opera Maestra e l’associazione Stella Polare ma non le ho neppure mai sentite nominare al di fuori delle pagine del Carlino".

Alla domanda della commissione presieduta da Marco Lanzi "Chi ha autorizzato Opera maestra a richiedere ai privati i soldi promessi al Comune", Arceci ha detto: "Di certo non il gabinetto del sindaco dato che non dovendo seguire queste procedure non sapevamo neppure dell’esistenza di Opera Maestra".

Alla terza domanda della commissione: "Chi trattava e concordava con i privati l’entità delle sponsorizzazioni?", Franco Arceci ha detto: "Consentitemi, prima di rispondere, di fare alcune precisazioni. La prima è che le sponsorizzazioni non solo sono previste dalla legge ma è doveroso per un ente pubblico ricercarle perché consentono al Comune di risparmiare soldi pubblici e di ottenere fondi aggiuntivi o sostitutivi per i progetti senza gravare sul bilancio. Seconda precisazione. Comuni importanti come per esempio Roma, Firenze, Venezia, Milano, Torino, Bologna, con grosse capacità di attrarre sponsorizzazioni per l’importanza delle iniziative che realizzano e per i beni culturali che gestiscono, si sono dotati di uffici marketing e relazioni esterne incaricati di ricercare sponsor sistematicamente.

Terza precisazione. Massimiliano Santini per il periodo che ha lavorato nel gabinetto del sindaco era un dipendente pubblico, tra l’altro anche molto capace nel suo lavoro, con l’ incarico di ideare e coordinare i nuovi eventi pubblici. Per cui la procedura era standardizzata, più o meno la stessa di tutti i Comuni. Gli amministratori facevano appelli generici o lettere ai vari interlocutori illustrando i progetti da sponsorizzare e auspicandone il sostegno. Il capo di gabinetto avviava le pubbliche relazioni per valutare l’interesse e individuare possibili sponsor. Qui finiva il ruolo del capo di gabinetto e iniziava la seconda fase. Per gli eventi di cui Santini era il coordinatore era direttamente lui a gestire la fase due illustrando più in dettaglio al potenziale sponsor l’evento da sponsorizzare, il tipo di visibilità, la durata, i benefici per lo sponsor e il valore della sponsorizzazione. A questo seguiva la terza fase, l’ultima: la stipula del contratto vero e proprio da parte del dirigente del servizio sponsorizzato con specificata l’entità del contributo e le procedure di contabilizzazione e di incasso. Se per qualche ragione veniva semplificata questa terza fase, questo non lo sappiamo e non dovevo verificarlo io".

ro.da. e an.ma.