ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Anziano inciampa nel tombino. Risarcimento da 50mila euro

L’episodio era avvenuto tre anni fa in viale Battisti, dove un 70enne cadendo si era fratturato il radio. Il Comune di Pesaro è stato condannato anche al pagamento delle spese legali e delle consulenze.

Il Comune si è difeso sostenendo che l’anziano avrebbe dovuto prevedere che percorrere quella strada era un po’ come attraversare un ‘percorso a ostacoli’. Nella foto il tribunale di Pesaro, nel tondo via Cesare Battisti

Il Comune si è difeso sostenendo che l’anziano avrebbe dovuto prevedere che percorrere quella strada era un po’ come attraversare un ‘percorso a ostacoli’. Nella foto il tribunale di Pesaro, nel tondo via Cesare Battisti

Pesaro, 14 aprile 2025 – Inciampò nello spigolo sporgente di un tombino e ora il Comune è stato condannato a pagare oltre 50mila euro tra risarcimento e spese. Il Comune si è difeso dicendo che i marciapiedi sono pericolosi e quindi l’anziano avrebbe dovuto stare più attento. E’ quanto è stato deciso mercoledì scorso dal giudice civile del tribunale di Pesaro nei confronti di un 70enne pesarese, assistito dall’avvocato Novella Baronciani che, a maggio di 3 anni fa, si è trovato coinvolto in una brutta avventura in via Cesare Battisti, a due passi dal lungomare. L’anziano stava passeggiando lungo il marciapiede dirigendosi verso il porto quando, all’improvviso, ha perso l’equilibrio e si è ritrovato a terra, procurandosi lesioni in varie parti del corpo. E’ stato aiutato da un passante che ha chiamato il 118 e, i soccorritori, lo hanno trasportato in ospedale dove gli è stata diagnosticata una frattura scomposta del radio sinistro che ha reso necessario un intervento chirurgico.

Dettagli dell'incidente

Era mezzogiorno e mezzo di una domenica primaverile e quello spigolo di un tombino carrabile in ghisa proprio non l’aveva visto. Secondo quanto ricostruito dall’accertamento tecnico preventivo che ha preceduto la causa, quello spigolo sporgeva impropriamente dal manto del marciapiede.

Il proprietario della strada è il Comune, motivo per cui la causa è stata promossa nei confronti del sindaco, "sostenendo – si legge nella sentenza - l’esistenza di rapporto causale tra la cosa e l’evento dannoso e deducendo, in particolare, che la caduta era stata provocata dalla presenza di una sporgenza di un tombino rispetto al manto del marciapiede, che, oltre a non essere segnalato, non era neppure agevolmente visibile". Il Comune ha ammesso che, in effetti, quel tombino era sporgente rispetto al manto stradale.

Argomenti di difesa del Comune

Gli argomenti utilizzati per difendersi e contestare la propria responsabilità sono stati altri. Per prima cosa il Comune ha sostenuto che, vista l’ora e la luce sufficiente che illuminava il marciapiede, l’anziano se ne sarebbe potuto accorgere ed evitare il pericolo. E poi che, tutto sommato, avrebbe dovuto prevedere che percorrere quella strada era un po’ come attraversare un ‘percorso a ostacoli’ visto che i marciapiedi, in quell’area, sono una specie di gran canyon.

La presenza della sporgenza del tombino, secondo il Comune, "era, comunque riconoscibile dall’attore (criterio della prevedibilità) – si legge nella sentenza -, in quanto nella zona le condizioni dei marciapiedi erano tutte analoghe, vista la presenza di radici degli alberi che, affiorando sulla superficie, avevano deformato il manto". Il giudice civile, però, ha dato ragione su tutta la linea al 70enne condannando il Comune a un risarcimento di 36.087,25 euro per danno non patrimoniale e di 1.992,10 euro per danno patrimoniale, oltre interessi e rivalutazione. Non solo: il Comune è stato condannato anche al pagamento delle spese legali e delle consulenze tecniche e mediche per altri 12.725,8 euro.