ALESSANDRO MAZZANTI
Cronaca

Angeli nella disperazione: "Siamo riusciti a ridare il sorriso a gente devastata dal dolore"

Il racconto dei volontari della Protezione civile della provincia: "Quel signore che aveva perso la testa e i ricordi, con la madre malata sulla carrozzella, alla fine ci ha salutato con la serenità".

Angeli nella disperazione: "Siamo riusciti a ridare il sorriso a gente devastata dal dolore"

Sono riusciti ad accendere luci di speranza nel buio pesto della disperazione. Sono i volontari della nostra Protezione civile, che nei giorni scorsi – ma qualcuno è ancora là – sono arrivati nei comuni toscani devastati dall’alluvione del 2 novembre. Il loro coordinatore era Giancarlo Bucci, 64 anni, di Osteria Nuova, della Protezione civile di Montelabbate, ora in pensione, ma alle spalle ha 35 anni di servizio nei pompieri.

"Sabato 4 – racconta Bucci – siamo partiti io, Oriano Patrignani, e Maria Rita Fiorucci, diretti a Seano di Carmignano, vicino a Prato – dice Bucci – . Eravamo con la trentina di volontari della colonna mobile delle Marche. In quella frazione, Seano, abbiamo trovato un disastro: i soccorsi c’erano ma la gente era scioccata, spesso c’era un metro e mezzo di acqua nei garage, e 40 centimetri nelle case. Quindi abbiamo aspirato l’acqua con le pompe, e nel frattempo arrivavano anche gli angeli del fango che portavano via la roba. Noi lavavamo le parti infangate sciogliendo la melma. Il 7 altri volontari ci hanno dato il cambio". E la gente? "Ha reagito bene, ho fatto 35 anni di pompiere, a Pesaro, e di cose ne ho viste....Disperati sì, ma siamo riusciti a dar loro sicurezza e quella tranquillità che loro cercavano. E ci siamo accorti che per gli alluvionati questo conforto era molto importante. Hanno voglia di ripartire".

Oriano Patrignani, 65 anni di Pesaro, anche lui volontario della Protezione civile, aggiunge il suo racconto: "Appena arrivati il sindaco spiegava la situazione, c’erano montagne di macerie lungo la strada. Abbiamo iniziato a usare le motopompe, le idrovore, da tre giorni mancava la corrente, questo era il problema, e le pompe a volte si intoppavano, grazie a Dio abbiamo ridato la luce a 18 famiglie, e i cittadini ci hanno dato una mano per portare via la roba. L’ultimo giorno, martedì mattina, sono arrivate la Protezione civile di Fano e Senigallia. Con noi c’erano delle Marche Montefelcino, Montelupone. La gente? Ci hanno portato a mangiare in un circolo gestito dalla Misericordia. Erano disperati, ma molto vitali allo stesso tempo. Mi ricordo un appartamento in cui viveva solo una persona anziana, un uomo che stava andando via di testa dalla disperazione. La sua tavernetta era piena d’acqua. Sua mamma al momento del disastro si trovava su una sedia a rotelle, e l’hanno dovuta portare in una Rsa, e tutti i suoi ricordi sono andati persi, mobili compresi. Ma siamo riusciti a lasciargli la casa pulita. Così quando siamo andati via sorrideva". "Una grossa mano ce l’hanno data poi gli angeli del fango, le centinaia di ragazzi che venivano ad aiutare. Noi dormivamo in una palestra, si iniziava a lavorare dalle 7.30 fino al tramonto. L’ultimo giorno la soddisfazione è stata ricevere il grazie di una donna incinta, aveva solo 4 settimane prima del parto, era rimasta fuori casa, non aveva le chiavi, eravamo isolati in campagna, il nostro coordinatore, Giancarlo Bucci, con una tessera è riuscito da aprirle la la porta".

Tra chi è rimasta ancora là ecco Rosanna Pezzolesi, volontaria della Protezione civile di Pesaro, 64 anni. "Sono a Seano da martedì – dice Rosanna – non so quando andrò via. Ieri il Comune si è accorto che doveva fare i sacchi di sabbia per bloccare l’acqua (ieri e oggi è prevista un’altra grossa perturbazione, ndr), stiamo preparando tutti i sacchi, li diamo alla gente, una decina a famiglia, da mettere davanti alle porte, come abbiamo fatto in Romagna, a Conselice, a maggio, e poi vediamo come va il tempo, se si mette male alcune squadre restano qui, io dovrei tornare domani (oggi), ma vediamo. Ricordo che in un garage allagato, al buio, io ho trovato grazie al casco che abbiamo con la pila, una scatolina con tanti cassettini, chiodi, viti, di quelle che si usano per bricolage, ho parlato con la padrona di casa, le ho chiesto: ’La posso prendere? alla Protezione civile potrebbe servire’, e quella ragazza, avrà avuto 30 anni, mi ha risposto, ’te la dò, mio babbo sarebbe contento’, mi ha emozionato....ho capito che il suo babbo non c’era più ma che lei gli aveva voluto molto bene. Ora le vie sono pulite: e qui sono tutti gentili e ospitali con noi, nonostante il dramma".