ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Ana uccisa, le parole del suocero: “Ho visto mio figlio: è un cretino”

L’uomo in tv: “Gliel’ho detto subito in caserma quello che penso: ora piange lacrime di coccodrillo”. L’avvocato Salvatore Asole: “Mi ha dimostrato il proprio totale pentimento, chiede scusa a tutti”

Ezio Di Levrano, l’assassino, e nel riquadro il padre

Ezio Di Levrano, l’assassino, e nel riquadro il padre

Pesaro, 11 settembre 2024 – “Mio figlio è un cretino, ora piange lacrime coccodrillo. Ha fatto un errore, gliel’ho detto subito in caserma, sei un cretino”. Il padre di Ezio Di Levrano è stato intervistato dall’inviato della trasmissione “Ore 14” di Rai 2 condotta da Milo Infante. Ha condannato di fronte alle telecamere il gesto del figlio, 54 anni, pregiudicato, che la notte tra venerdì e sabato, ha ucciso sua moglie Ana Cristina Duarte Correia, 38 anni, accoltellandola all’addome nella propria casa di Saltara dove erano presenti anche i figli della coppia di 6, 13 e 14 anni. Secondo il suocero di Ana, che abita in una frazione vicina, il figlio era “innamoratissimo” della donna ma “erano entrambi gelosi, c’erano alti e bassi, gli dicevo di lasciarsi”. “Non ho mai visto lividi addosso a lei”, ha aggiunto. Quando ha visto il figlio in caserma dopo l’omicidio “gli ho detto che è un cretino, ma lui piangeva lacrime di coccodrillo”.

Approfondisci:

Ana, l’incubo parte da lontano. Violenze anche in Sardegna. Erano intervenuti i carabinieri

Ana, l’incubo parte da lontano. Violenze anche in Sardegna. Erano intervenuti i carabinieri

E l’assassino ieri ha parlato con l’avvocato che ha scelto come proprio legale di fiducia, il penalista Salvatore Asole ripetendogli più volte che “non doveva finire così”. “Mi ha dimostrato il proprio totale pentimento e io gli credo – ha commentato il penalista –. Porge le proprie scuse a tutti i familiari di sua moglie, ai propri figli e all’intera comunità. Si scusa con tutte le donne, con i suoi genitori e con le persone che lo conoscono. Ha detto di essere una persona non violenta e smentisce pregressi maltrattamenti nei confronti di sua moglie. Desidera pagare le proprie colpe e vuole che emerga la verità e cioè che l’omicidio è stato commesso in un momento di ira e di rabbia”. Ezio Di Levrano, intorno alle due di notte, ha sfoderato un coltello a serramanico mentre si trovava in cucina e, dopo aver controllato se la lama funzionava bene ferendosi al braccio sinistro, ha rivolto l’arma verso la pancia della moglie sferrandole violenti e ripetuti colpi che l’hanno fatta ricadere in fin di vita sul pavimento della cucina. “Cinque coltellate”, era la frase ossessivamente ripetuta dal figlio più piccolo della coppia ad una vicina di casa che ha soccorso i tre figli in attesa dell’arrivo dei carabinieri. I tre minori, infatti, sono stati i primi a correre in aiuto della madre morente che è deceduta venti minuti dopo le quattro all’ospedale di Torrette, ad Ancona, per shock emorragico. Si indaga sul movente che, stando alle prime ricostruzioni, potrebbe risiedere nella gelosia dell’uomo nei confronti di una presunta relazione extra coniugale della moglie. La donna quella notte potrebbe aver ricevuto un messaggio o una telefonata e questo elemento potrebbe aver acceso la lite violentissima che si è conclusa con l’accoltellamento.

Dalle ricostruzioni è emerso che Ana Cristina si era allontanata dalla casa di Saltara già dal 30 agosto. Il marito aveva denunciato ai carabinieri di aver perso le tracce della moglie e la vittima, ascoltata dai militari, aveva detto di essere fuggita dai comportamenti violenti del coniuge e di aver paura di lui, trovando rifugio in un alloggio a Borgaccio di Saltara. I militari le avevano proposto di trasferirsi, insieme ai figli, in una comunità protetta ma lei aveva rifiutato. Le avevano detto di rimanere lontano da quella casa dicendole di segnalare qualsiasi eventuale avvicinamento. La notizia di reato in procura è arrivata il 4 nel tardo pomeriggio e la mattina del giorno seguente il fascicolo è stato subito iscritto e assegnata la delega al pm competente. I militari l’avrebbero ascoltata nuovamente il 7 ma purtroppo non è stato possibile perché la notte tra il 6 e il 7 Ana è stata ammazzata dopo aver fatto rientro in quella casa senza avvisare i militari.

L’avvocato Asole riferisce che “ci sono due testimoni che si trovavano in casa quella sera e che possono riferire che la vittima era presente nell’abitazione già da tempo prima della lite”. Valuteremo se avanzare richiesta di accertamento psichiatrico nei confronti del mio assistito – conclude l’avvocato Asole – in ordine alle proprie capacità, per accertare che siano piene o fortemente scemate al momento dell’azione omicidiaria”.

E domani a Saltara si svolgerà una fiaccolata organizzata dal Comune e dalle associazioni, alle 20, per ricordare Ana Cristina ed esprimere vicinanza ai suoi figli e alla sua famiglia. Saranno presenti anche esponenti della comunità brasiliana.