Amianto: bonifica bluff . Stop ai lavori dopo le elezioni: "Vanno fatti ripartire subito"

La rabbia dei residenti: l’intervento era iniziato il 6 giugno ma tutto si è bloccato il 12. Fratelli d’Italia all’attacco: "Se il privato non adempie, il Comune deve sostituirsi".

Amianto: bonifica bluff . Stop ai lavori dopo le elezioni: "Vanno fatti ripartire subito"

Amianto: bonifica bluff . Stop ai lavori dopo le elezioni: "Vanno fatti ripartire subito"

Inquinamento da amianto: passate le promesse elettorali, i residenti di Muraglia sono ripiombati nell’incubo. La bonifica attesa da dieci anni, in via Dino Compagni, iniziata il 6 giugno e annunciata da Andrea Biancani (allora non ancora sindaco) sotto gli occhi increduli degli abitanti, s’è fermata subito dopo le elezioni. E’ dal 12 giugno, infatti, che gli operai non progrediscono con il piano di bonifica dopo aver rimosso solo un quinto dei quasi duemila metri quadrati di copertura in eternit ammalorata da smaltire. Ma quali sono le ragioni dello stop? La prima è banale: il primo stralcio prevedeva tre giorni di lavoro e la rimozione del tetto in eternit visibile dalle tribune del campo sportivo del Muraglia calcio: è scritto sul cartello del cantiere. Ma se la rimozione è andata a buon fine, perché l’eternit tolto, messo in sicurezza, non è ancora stato portato in discarica? Semplice: il proprietario non ha ancora versato alla ditta che fa la bonifica la somma a copertura dello smaltimento in discarica. Non è una piccola somma e chi ha già sostenuto i costi di manodopera e ponteggi per fare la bonifica non ha intenzione di anticiparla al posto del privato, committente della bonifica. Da qui lo stallo e la sensazione di essere tornati a vivere un incubo. Il sito pesantemente inquinato, per il quale già dieci anni fa, nel 2014, l’azienda sanitaria obbligava il proprietario alla rimozione delle lastre di eternit rovinate e quindi potenzialmente cancerogene, è la fabbrica di via Dino Compagni. Il progetto, a prevenzione della salute pubblica, imporrebbe la bonifica di quasi duemila metri quadrati di copertura in amianto. Nell’arco di un decennio si è passati dall’esasperazione dei residenti, a partire da quelli in via Terzi come Luciano Simoncelli e Ihara Gianni, dirimpettai della fabbrica, alla preoccupazione, molto seria, dei genitori con i figli che si allenano nel campetto del Muraglia calcio, in via Garrone, con le tribune, in linea d’aria, distanti pochi metri.

E’ pronto a testimoniare, per tutti, Enrico Cassiani, babbo di uno degli atleti. "A maggio i cittadini hanno raccolto 400 firme per ottenere risposte dall’allora giunta Ricci, cercando garanzie per un’azione a tutela della salute pubblica" ricorda il consigliere, capogruppo di Fratelli d’Italia, Daniele Malandrino che, a marzo, ha mosso le acque con l’aiuto del Carlino, ribadendo sul giornale l’urgenza di una bonifica e la preoccupazione di residenti e genitori con i figli iscritti al Muraglia calcio, quotidianamente esposti al rischio di inalazioni potenzialmente cancerogene.

"Il monitoraggio di Elisabetta Sacchi, presidente della sezione locale dell’Ona, l’osservatorio nazionale amianto – spiega Malandrino – conferma che questa deplorevole situazione di pericolo si trascina da troppo tempo. Non vogliamo entrare nella problematica del privato: è certo però che la bonifica deve andare avanti. Non possiamo rischiare per altri dieci anni". Serena Boresta, Fd’I, vicepresidente del Consiglio comunale aumenta il carico: "Il sindaco deve garantire la salute pubblica – osserva l’avvocato –: se il privato non adempie al proprio dovere ci aspettiamo che l’amministrazione affronti la bonifica per poi rivalersi sul privato inadempiente. Non molleremo".

Solidea Vitali Rosati