Fano (Pesaro Urbino), 22 settembre 2021- I familiari di Alvaro Zenobi, 72 anni, ex direttore di banca, già presidente della squadra di basket di Fossombrone, intendono sgombrare il campo da equivoci sulla morte per covid del loro congiunto. A spiegare i fatti è l’avvocato Enrico Cipriani: "Il 28 marzo scorso, le figlie chiesero al medico di base di Zenobi la possibilità di effettuare una vaccinazione domiciliare visto che il genitore non si poteva muovere dal letto. Il medico si rifiutò dicendo di aver già avuto il covid e quindi non intendeva più avere a che fare con questo problema. Disse che avrebbe avvertito qualche suo collega che invece aveva aderito alla campagna vaccinale domiciliare. Ma nessuno ha contattato la famiglia".
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E ancora: "Temendo proprio questo, le figlie chiamarono il 29 marzo il numero verde della Regione richiedendo la vaccinazione domiciliare ma dopo aver preso nota del nome e cognome, telefono e indirizzo, nessuno si è fatto sentire o vedere. Non solo: le figlie hanno ripetutamente chiamato quel numero verde per sollecitare la vaccinazione domiciliare al loro padre ma oltre un generico interesse non è stato fatto nulla".
Continua il legale: "Avendo speranza che dalla Regione o Asur qualcuno rispondesse, i familiari hanno atteso l’arrivo dei medici vaccinatori ma è stata una attesa inutile. Nel frattempo, tutti in famiglia si sono vaccinati compresi i nipoti di 16 anni, pertanto nessuno ha mai avuto il pensiero che Alvaro Zenobi, benché immobilizzato a letto, ed estremamente fragile, non dovesse essere vaccinato. Purtroppo c’è stato questo silenzio ostinato delle autorità sanitarie che hanno semplicemente smarrito il nome di Alvaro Zenobi dall’elenco di chi doveva essere vaccinato. Ci sono tutti i riscontri sia delle telefonate che delle richieste formali di sottoporlo a vaccinazione. Purtroppo, benché non si muovesse da casa, qualcuno ha contagiato Zenobi e il decorso è stato nefasto". I funerali sono previsti per oggi in forma strettamente privata.
La notizia pubblicata ieri della morte per covid dell’ex direttore di banca, persona conosciuta a Fano, ma anche in provincia dove aveva esercitato la sua attività in diverse filiali di Banca Marche, ha suscitato stupore perché l’articolo dava conto del fatto che l’ex bancario non era stato sottoposto a vaccinazione pur essendo persona estremamente fragile e dunque appartenente ad una categoria che nel marzo scorso ebbe la corsia prioritaria per sottoporsi a vaccinazione.
"Nessuna dimenticanza o sottovalutazione – dice l’avvocato Cipriani – ma estrema attenzione a chi entrava a trovare in casa il genitore, tanto da sottoporre a quarantena e tampone successivo i badanti rientrati dal loro Paese. Entrambi, sottoposti a tampone dall’Asur, sono risultati negativi e solo in quel momento sono tornati in casa".