Bologna-Lecce viaggiando a 250 chilometri orari. Alta velocità anche nella dorsale adriatica per dimezzare i tempi di percorrenza, "anche perché – dice il deputato leghista Mirco Carloni – col progetto di collegamento ferroviario da Napoli e Bari, tutto il territorio dalla Romagna fino alle Marche, e poi anche l’Abruzzo e il Molise, rischia di essere tagliato fuori. La dorsale adriatica sarebbe esclusa e tagliata fuori". Isolamento totale?
"Non solo quello, ma anche un impoverimento vero del territorio, perché l’alta velocità porta, ed è stato stimato, a una crescita sensibile del prodotto interno lordo. Tradotto: ricchezza per tutti. È un passo molto importante quello che ha deciso il ministro Matteo Salvini con le Ferrovie dello Stato. Per le Marche un passo importantissimo dopo oltre trent’anni di immobilità totale sul fronte delle infrastrutture". Progetti a che punto?
"Sono state individuate tre diverse soluzioni, che saranno rese pubbliche e presentate nel corso delle prossime settimane. Ma già ci sono stati degli incontri coi governatori delle Regioni interessate. Un’altra cosa importante da dire è che salirà notevolmente anche il numero dei convogli in transito". Nuova linea per l’alta velocità, e la vecchia ferrovia che fine farà?
"Bisogna capire bene: l’alta velocità sarà sia per il trasporto delle merci che per passeggeri. Quindi la vecchia linea ferrata diventerà una specie di metropolitana di superficie, che servira sia il traffico locale che regionale". Una volta scelti i progetti sul tavolo, quali tempi si stimano?
"Per il momento è stato fissato il prossimo anno, e cioè il 2025, come quello relativo ai tempi per le autorizzazioni".
Come intendono procedere il governo e le Ferrovie?
"Si andrà avanti per vari step ed è stato messo nel conto che il primo tratto, che parte da Bologna, dovrebbe arrivare a coprire anche la provincia di Pesaro. Poi si proseguirà verso sud".
Occorrerà mettere in previsione una ricca opposizione?
"Le persone devono capire che se non si fanno queste opere, diventiamo tutti più poveri. Ora il turismo scopre l’aeroporto come risorsa importante. Quando siamo arrivati noi del centrodestra, nel 2020, non partiva un volo da Falconara e ora sono 15. Questo grazie al lavoro che è stato svolto dalla giunta guidata da Acquaroli".
Uno dei temi infrastrutturali sul tappeto da quando comandava il Papa nelle Marche è il traforo della Guinza, nel Pesarese, per il collegamento con l’altra sponda e cioè il Tirreno. A che punto siamo?
"Siamo arrivati alla fine delle varie fasi, e non ultima la bonifica dei terreni interessati dalle opere. Dopodiché si partirà con il campo base, dove alloggeranno gli operai dell’Anas impiegati nel cantiere. Se non ci saranno intoppi, i lavori partiranno per metà settembre. Stiamo parlando di un’opera che si attende da oltre un secolo. Matteo Salvini ci ha messo la faccia e sta mantenendo le promesse: e ora si parte".