Ancora guai per l’Alma Juventus Fano sul fronte economico. Ben nove giocatori e due allenatori dello staff tecnico hanno deciso, alla ripresa dopo la pausa ferragostana, di inviare alla società del presidente Salvatore Guida le lettere di diffida per ottenere il pagamento degli emolumenti spettanti dal contratto relativi agli ultimi mesi della passata stagione sportiva. Assistiti dall’associazione italiana calciatori, i calciatori si sono affidati per la tutela dei loro interessi economici all’avvocato abruzzese Federico Schiavoni notoriamente esperto in tali problematiche. Secondo il diritto sportivo, adesso la società Alma Juventus Fano ha 15 giorni di tempo per saldare i debiti, che in totale ammonterebbero ad una cifra oscillante tra i cinquanta e i sessanta mila euro, dopo di che, in caso di mancato pagamento, si aprirà la vertenza presso il collegio arbitrale della Lega Nazionale Dilettanti. Questo Collegio arbitrale, che sostituisce la vecchia Commissione economica, dovrebbe nel giro di tre mesi prendere la decisione di riconoscere o meno la legittimità delle richieste economiche avanzate dagli ex granata. In caso positivo la Commissione ordina alla società inadempiente di pagare entro 30 giorni, pena l’esclusione dai campionati nella successiva stagione sportiva.
Una rivendicazione del mancato pagamento degli ultimi stipendi è stata avanzata anche dai due addetti alla custodia e manutenzione dello stadio ’Mancini’. L’avvocato fanese Tristano Tonnini, al quale i due lavoratori si erano rivolti nelle scorse settimane, ha confermato di aver inviato una lettera di richiesta del saldo degli stipendi all’Alma Juventus srl entro una settimana.
In caso di mancato pagamento anche qui scatterà il ricorso al Collegio arbitrale della Lnd se si sceglierà la strada del diritto sportivo oppure il ricorso al Tribunale del Lavoro se si opterà per la giustizia ordinaria. L’assistenza dell’associazione italiana calciatori in questi casi è particolarmente importante in quanto si tratta di salvaguardare giocatori che militano in campionati dilettantistici i cui accordi economici non raggiungono le cifre sbalorditive dei loro colleghi che militano in Serie A o in altri campionato professionistici, ma costituiscono molto spesso l’unico mezzo di sussistenza finanziaria per poter vivere loro e le loro famiglie. Non pagare quindi una o più mensilità da parte di una società sportiva dilettantistica significa mettere in difficoltà questi ragazzi.