Sono circa 430 i milioni di euro stanziati per il post alluvione del 2022, tra fondi statali, regionali ed europei, ma la situazione è ancora complessa. Ieri, l’assessore Stefano Aguzzi e il presidente Francesco Acquaroli hanno fatto il punto in Consiglio regionale e snocciolato cifre, mentre l’opposizione ha sollevato preoccupazioni e avanzato proposte.
Nello specifico, il centrosinistra ha denunciato ritardi e disparità nella messa a terra delle risorse (citando per esempio i 12 milioni ricevuti da Pergola a fronte dei 2 di Cantiano), chiedendo, tra le altre cose, la costituzione di un ufficio di piano per gestire complessivamente il post emergenza.
"Ci sono arrivate 2651 richieste, tra assistenze e ripristini – ha spiegato l’assessore Aguzzi –. Per farvi fronte sono stati predisposti oltre 1500 interventi, per 175 milioni di euro. Dopo il ripristino, si è passati ai lavori strutturali per la sicurezza dei territori. In quei soldi rientra anche il Contributo per il disagio abitativo: sono ancora fuori casa 194 famiglie. Poi ci sono stati i primi i ristori a imprese e persone (23,4 milioni) e i ristori ‘pesanti’ (42,5 milioni impegnati). Ora ci sono anche 54 potenziali delocalizzazioni, 150 richieste di danni dalle imprese, 101 pratiche di aziende agricole".
Dal Pd, Maurizio Mangialardi ha reiterato la richiesta di creare un comitato istituzionale "per programmare, progettare e intervenire con consapevolezza complessiva" e detto che dopo due anni "ancora non ci sia il nuovo sistema di allerta", anche se qui Aguzzi ha risposto che "gli idrometri sono stati rimessi e ora pure quelli a monte danno l’allarme a tutti". La capogruppo Anna Casini ha contestato la scelta di affidare a Sogesid, società partecipata pubblica al 100% dal Ministero dell’Economia, le attività del post-alluvione per progettazione e interventi: "Dopo due anni abbiamo mandato tutto a Roma, evidentemente non ci fidiamo della bravura dei tecnici delle Marche. Chi ha deciso la priorità degli interventi? E poi perché gli alluvionati e le imprese hanno diritto solo a un rimborso parziale?".
Su questo, la consigliera Micaela Vitri ha aggiunto: "Chiediamo ad Acquaroli di attivarsi per equiparare il diritto ai ristori all’Emilia-Romagna. Per gli interventi, il problema è non essersi confrontati con i sindaci. Caso emblematico è Pian di Balbano, a Cantiano, il 10 ottobre scorso nuovamente isolata perché non è stato fatto alcun intervento nonostante tre schede Anas, che sono andate perse".
A ciò ha replicato Giacomo Rossi, di Civici Marche: "Le schede in realtà sono state prese in carico dalla struttura commissariale, che si sta già occupando di rifare i ponti e la strada". Poi è intervenuto Francesco Acquaroli, commissario per l’emergenza: "Non abbiamo la presunzione di dire che in questi due anni abbiamo fatto tutto, ma Regione e Governo hanno deciso di intervenire come mai in precedenza. Dobbiamo fare chiarezza: vogliamo smantellare la struttura commissariale che risponde alla Protezione civile per andare sotto al commissario Figliuolo ed equiparare le procedure? Si tratta di interrompere il lavoro per consegnarlo ad altri. Se non è questa la domanda, dovete darci i tempi con gli strumenti che abbiamo".
In chiusura, infine, Casini ha replicato: "Non ha deciso il Pd che lui fosse commissario di Protezione civile e non commissario straordinario. Avete scelto di prendere meno soldi e non poter emanare ordinanze speciali ma avere Acquaroli come commissario. Per noi è sbagliato, si dovrebbe tornare indietro".