Alghe via, ma che disastro ’Soffocate’ molte specie: "Fermo pesca? Aiuta poco"

Carlo Cerrano, docente di zoologia, fa il punto sulla salute delle nostre coste "Le alte temperature hanno danneggiato le meduse". Soluzione aree protette.

Alghe via, ma che disastro ’Soffocate’ molte specie: "Fermo pesca? Aiuta poco"

Carlo Cerrano, docente di zoologia, fa il punto sulla salute delle nostre coste "Le alte temperature hanno danneggiato le meduse". Soluzione aree protette.

La stagione balneare sta finendo e la situazione ha il sapore della beffa. Ora il mare è bellissimo, l’acqua è limpida e le mucillagini sono "miracolosamente" scomparse. Ma sono sparite o si sono solo spostate? Lo abbiamo chiesto al professor Carlo Cerrano, docente di zoologia dell’Università politecnica delle Marche, appassionato subacqueo di Sub Tridente e presidente dell’associazione Fano Università del Mare. "La fase di iperproduzione amplificata dal caldo è terminata e ora prevale quella di degradazione, che ha portato alla graduale scomparsa del fenomeno. I subacquei però possono ancora rilevare sul fondo aggregati mucillaginosi in decomposizione e diverse sacche anossiche (quei sedimenti neri visibili anche a riva ndr.)".

L’acqua è pulita anche al largo?

"Sì, sono scomparse anche lì".

Quest’anno niente meduse, l’anno scorso tantissime. C’entra qualcosa?

"Il fenomeno è complesso. La medusa è la fase di dispersione del polipo (diverso dal polpo che mangiamo), che vive sul fondo e produce organismi simili a piccoli fiori, che poi crescendo diventano meduse. Le condizioni di quest’estate potrebbero avere compromesso la sopravvivenza dei polipi, che non hanno quindi prodotto le meduse con la regolarità degli anni scorsi".

Stesso discorso per le noci di mare, come si spiega?

"Le noci di mare sono predatori voraci che compaiono a fine estate, potrebbero ancora arrivare, ma non avendo grandi quantità di cibo a disposizione potremmo anche non vederle".

Quali sono le specie che hanno più sofferto a causa delle mucillagini?

"Segni di sofferenza sono stati visti su cozze, vongole, cannelli, ma anche su spugne e ascidie, tutti gli animali che filtrano hanno sofferto, anche se si ritiene che la causa principale sia la temperatura del mare (ad agosto più di 29° ndr.)".

Qual è la salute del mare oggi?

"Sotto costa è fortemente correlata agli apporti fluviali ed è regolata dalla presenza di filtratori molto efficienti come appunto vongole e mitili. Tutti questi animali hanno subìto gravi danni dal riscaldamento anomalo".

Come stanno i fondali oggi?

"Purtroppo ci sono state morie lungo l’intera costa adriatica, dal Veneto alla Puglia, con gravi perdite negli allevamenti di mitili. La situazione chiede urgente attenzione sia dei ricercatori che degli amministratori".

Il fermo pesca ha aiutato il ripopolamento ittico?

"Meglio che niente, ma purtroppo questa modalità non sta portando i vantaggi sperati. Sono interventi troppo limitati, non riescono a cambiare il trend delle risorse in modo stabile. Il riscontro positivo c’è, ma scompare in pochi giorni".

Cosa si dovrebbe fare per migliorare la fauna ittica?

"La soluzione è nota da decenni, serve creare aree protette permanenti, come è stato fatto sulla fossa di Pomo (nell’Adriatico centrale, tra Italia e Croazia ndr.). L’area è stata chiusa e i pescatori ora pescano di più e meglio in tutto l’Adriatico centrale".

Francesca Pedini