REDAZIONE PESARO

Al servizio dei deboli . Drago va in pensione, ma il vescovo lo vuole: "Per ora mi riposo"

Da 44 anni nel mondo del sociale, lascia la guida dell’Ambito territoriale "Le origini con don Gaudiano e oggi l’unione tra pubblico e terzo settore".

Festa di saluto a Roberto Drago con i colleghi dei servizi sociali e l’assessore Pandolfi

Festa di saluto a Roberto Drago con i colleghi dei servizi sociali e l’assessore Pandolfi

di Solidea Vitali Rosati

Roberto Drago non è più alla guida dell’Ambito territoriale sociale 1. A dare l’annuncio ufficiale è stato il sindaco Andrea Biancani, il quale – insieme agli assessori Luca Pandolfi, Sara Mengucci e Camilla Murgia – ha espresso nei confronti di Drago profonda gratitudine e solida stima per quanto è riuscito a fare per l’intera comunità, allargata ai sette comuni dell’ambito, spesso a beneficio delle fasce più fragili. In pensione Drago è andato già a marzo 2023, ma per spirito di servizio ha accolto la richiesta del Comitato dei sindaci di prolungare, fino a questi giorni, la propria presenza e terminare alcuni progetti estremamente strategiche, come "l’amministrazione condivisa", la quale sembra burocratese, anche se non lo è. Si tratta, invece, di una modalità d’azione tra pubblico e privato, che dà una spinta in avanti a tutto il settore dei servizi sociali. Roberto Drago è stato coordinatore dell’Ats1 per 10 anni, prendendo il testimone da Giuliano Tacchi nel 2014. La testimonianza nel sociale di Drago è durata 44 anni: fondatore della Irs Aurora a Gradara, Drago è stato collaboratore della Labirinto; componente del Comitato Dipendenze patologiche dell’ASUR Zona 1; al fianco di don Gaudiano fin dall’inizio e nel cda della Fondazione poi. Oltre le responsabilità professionali, nel pubblico e nel privato, Drago ha coltivato anche diverse attività nel volontariato sociale. Proviamo a contattarlo. Immancabilmente ci risponde: anche in pensione, anche se è in montagna per una vacanza con gli amati nipoti ed è l’ora di pranzo.

Drago, ci faccia disturbare un’ultima volta...

Lui ride: "Che c’è?".

Posta per lei: va in pensione; il sindaco e la giunta le hanno dedicato parole di stima. Non ha paura di annoiarsi d’ora in poi?".

"Naturalmente no".

Indiscrezioni indicano nell’arcivescovo Salvucci un suo grande estimatore, tanto che la vorrebbe coinvolgere nella vita attiva dell’arcidiocesi...

"Ne sa più di me. Per ora non ho novità concrete: se sono rose, fioriranno. Per ora mi riposo".

Quale è stata l’esperienza che l’ha caratterizzata?

"Da una parte le origini con don Gaudiano e la comunità terapeutica: hanno delineato chi sono. Le motivazioni del mio percorso provengono da lì".

E poi?

"Il ruolo di regia e coordinamento nell’istituzione pubblica. Il migliore dei risultati ritengo sia stato realizzare, con tutto il terzo settore, il progetto “dell’amministrazione condivisa“".

Di che si tratta?

"E’ un modo diverso di pensare il sociale, in cui Pubblico e terzo settore, analizzano i fabbisogni ed elaborano soluzioni come partner orizzontali. Non c’è più quindi il Pubblico che coordina dal vertice, ma c’è la condivisione orizzontale delle competenze per un modello operativo che viene costruito insieme alla base".

Quale consiglio vorrebbe dare a chi prenderà il suo testimone?

"Mantenere saldi i principi fondamentali con cui ci si è mossi in questi anni. E su quello mettere la propria impronta".

Consiglia quindi di non temere l’eredità lasciata da Gaudiano, Secchiaroli, Tacchi, Drago...

"Assolutamente no. Grazie anche a chi mi ha preceduto possiamo dire che la bussola c’è. Il nuovo coordinatore dovrà portare cose nuove: c’è da fare tanto. Il sociale è in continuo movimento. Non ci si può fermare a quello che è stato fatto: le risposte di oggi sono già diverse rispetto a quelle date ieri. Quindi, non temere di ideare per paura della tradizione". Il nome del successore di Drago all’Ats1 si saprà a settembre.