"Matteo Ricci dovrà fare i conti con il suo uomo di fiducia". A sostenerlo è il coordinamento pesarese di Fratelli d’Italia aggiungendo nuove argomentazioni al dibattito politico nato intorno all’inchiesta giudiziaria su Affidopoli e al ruolo di Massimiliano Santini, assunto dall’ex sindaco con un incarico fiduciario ex articolo 90 del Testo unico degli enti locali.
Santini è indagato per concorso in corruzione insieme a Stefano Esposto, presidente delle associazioni culturali Opera Maestra e Stella Polare e Franco Arceci, ex capo di gabinetto della passata legislatura. Il dirigente Eros Giraldi e il funzionario Loris Pascucci sono invece indagati per falso. La procura di Pesaro cerca il "regista" del presunto sistema di corruzione che, in pochi anni, avrebbe permesso alle due no profit di incassare oltre 600mila euro tra fondi pubblici e sponsorizzazioni. Sul fatto che il "deus ex machina" del presunto meccanismo corruttivo sia Massimiliano Santini, i rappresentanti di Fratelli d’Italia nutrono dei dubbi.
"Davvero questo ragazzo gestiva in completa autonomia e con piena carta bianca risorse pubbliche tanto ingenti – si legge in una nota del coordinamento di Fdi -? La risposta è inevitabilmente negativa e per una semplice ragione: Massimiliano Santini non era un uomo qualunque che capitava per caso in Comune né era un dipendente comunale qualunque. Era l’uomo di fiducia del sindaco Ricci assunto con contratto a tempo determinato per tutta la durata del mandato del sindaco per coadiuvarlo nelle funzioni di indirizzo e controllo attribuite per legge agli organi titolari dell’autorità politica. Pertanto è alle dirette dipendenze del sindaco e della giunta. Un rapporto di natura strettamente fiduciaria. La selezione del soggetto affidatatario non può prescindere dalla sussistenza di specifiche caratteristiche di professionalità e da una oggettiva valutazione del curriculum. In particolare, tra l’altro, deve essere esperita la previa verifica dell’esistenza di risorse interne, con ricorso a soggetti esterni solo in caso di esito negativo della ricognizione di funzionari interni".
"Inoltre – continua Boresta – è espressamente vietato allo ‘staffista’ svolgere attività gestionali. L’incarico ex articolo 90 Tuel non può andare a sovrapporsi a competenze gestionali ed istituzionali dell’Ente. Massimiliano Santini era colui che, unitamente all’ex Sindaco Ricci o separatamente prendeva contatti con gli imprenditori per ottenere sponsorizzazioni, poi trattava con gli imprenditori interessati ad offrire contributi le modalità e i tempi delle sponsorizzazioni. Era anche colui che si interfacciava con assessori e dirigenti per presentare i progetti del suo amico Stefano Esposto ed era colui che indicava ai dirigenti i destinatari degli affidamenti diretti: Opera Maestra e Stella Polare. Non sono forse questi poteri gestori/istituzionali che, per legge, a lui erano espressamente vietati? A noi pare di sì". "Restiamo a dir poco sgomenti nel leggere le parole dell’ex Sindaco Ricci al recente congresso centrista che, in merito all’inchiesta ’Affidopoli’, dichiara ‘Siamo tranquillissimi e abbiamo già spiegato nel merito che non c’entra nulla né la giunta, né nessun’altro’. Nell’ascoltare le parole pronunciate pochi giorni fa dal sindaco Palmiro Ucchielli che con una leggerezza che ha il sapore dell’amaro, in ordine agli affidamenti diretti del Comune di Pesaro ha l’ardire di spendere le seguenti parole ‘mi viene un po’ da ridere su tutte queste quisquiglie su cui la magistratura indagherà’. Non da meno le ultime dichiarazioni rilasciate in questi giorni dalla segreteria provinciale del Pd: ‘Affidopoli non esiste’ e ancora: ‘Affidopoli non ci coinvolge’. Ci vuole davvero un bel coraggio ed una buona dose di sfrontatezza a fronte di tanta evidenza".