ROBERTO DAMIANI E ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Affidi facili e quel fiume di soldi: spunta il reato di corruzione

Questa l’ipotesi che i magistrati starebbero verificando nell’inchiesta. Nel mirino resta il passaggio di denaro verso l’’ideologo’ che gestiva la direzione artistica di tanti eventi della giunta Ricci

Du amici affiatati: a sinistra Massimiliano Santini, a destra Stefano Esposto

Du amici affiatati: a sinistra Massimiliano Santini, a destra Stefano Esposto

Pesaro, 28 settembre 2024 – Concorso in corruzione. Questa sarebbe l’ipotesi su cui starebbe lavorando la Procura nell’inchiesta che chiama in causa Massimiliano Santini e Stefano Esposto.

E questa sarebbe la ragione per cui, alle 7,30 di mercoledì scorso, Squadra mobile della polizia e Guardia di Finanza, hanno perquisito le loro abitazioni sequestrando ogni possibile prova: dai cellulari ai pc, dalle chiavette usb agli archivi. Non c’è ancora però, su questa ipotesi di reato, una conferma ufficiale da parte della Procura che, sul fascicolo d’indagine aperto all’indomani dell’inchiesta giornalistica del ’Carlino’ sugli affidamenti facili, mantiene il più stretto riserbo.

L’indiscrezione arriva da fonti vicine al Comune a conoscenza delle carte recapitate ai due indagati dopo la notifica del decreto di perquisizione firmato dal magistrato. L’ipotesi su cui starebbe lavorando la Procura riguarda infatti i rapporti economici tra Santini, in veste di membro dello staff dell’allora sindaco Matteo Ricci ed Esposto, presidente delle due associazioni culturali no profit (Opera Maestra e Stella Polare) che, dal 2020, ha ricevuto quasi 600mila euro per la realizzazione di opere pubbliche e per l’organizzazione di eventi.

L’ipotesi sul tavolo riguarderebbe dunque il passaggio di denaro da Stefano Esposto, amico e alleato dell’ex dipendente comunale Santini e quest’ultimo che, grazie all’investitura ricevuta da Matteo Ricci in persona, gestiva la “direzione artistica” e l’immagine creativa delle iniziative della passata legislatura. L’incarico di Santini era regolamentato da un rapporto di lavoro subordinato con il Comune di Pesaro. E Opera maestra e Stella Polare venivano quasi sistematicamente incaricate della realizzazione delle idee dallo stesso Massimiliano Santini. Le invenzioni dell’ideologo di Ricci erano finanziate per il tramite di determine, a volte anche piuttosto creative, che spostavano somme dalle casse comunali al conto di Opera Maestra e, seguendo il flusso economico, è emersa anche un’onda di ritorno di una cospicua parte di questi soldi verso l’uomo di punta dello staff del sindaco.

Lo prova, da questo punto di vista, la vicenda della titolarità del marchio de “Il Palio dei bracieri”.

Opera Maestra infatti pagò 45mila euro a Massimiliano Santini nel 2023 per utilizzare il marchio de “Il palio dei bracieri” che 5 mesi prima l’allora dipendente comunale, aveva registrato a proprio nome. Lo aveva fatto l’8 settembre 2022 e il 20 febbraio 2023 aveva avuto l’ok ufficiale dall’ufficio marchi e brevetti. Durante l’edizione 2023 il Comune aveva versato un contributo di 50mila euro a Opera Maestra per la realizzazione dell’evento e il 90 per cento di quei soldi erano andati al titolare del brand, cioè a Santini.

Abbiamo raggiunto telefonicamente l’avvocatessa Paola Righetti che assiste Massimiliano Santini come suo legale di fiducia che ci ha detto di non voler rilasciare dichiarazioni. Il legale di Santini, così come quello di Stefano Esposto, sono stati avvisati mercoledì scorso nelle prime ore del mattino, non appena i militari della finanza e la polizia si sono presentati all’indirizzo dell’abitazione dei due indagati. “Non ho voglia di rilasciare alcuna dichiarazione. Io in questo momento non ho intenzione di dire nulla, perché la situazione ha già troppo clamore senza bisogno che si metta a parlare anche l’avvocato”.