Cultura in lutto per la morte di Franco Fiorucci, pittore ed acquarellista che ha marcato profondamente con la sua personalità e umanità, la scena culturale di Pesaro e della provincia. Aveva 86 anni, ed è spirato ieri alle 2,30 di notte nella sua abitazione di via Tumiati. Con lui in casa c’era la moglie Wanda.
Franco Fiorucci era un intellettuale a tutto tondo (membro dell’Accademia Raffaello di Urbino), nato e cresciuto tra le difficoltà della vita. Aveva pochi anni quando si ritrovò orfano e per questo trascorse molti anni nell’orfanotrofio di Urbino, città dove era nato. Giunto alla Scuola del Libro, perché notato dall’artista Federico Melis che ammirò profondamente i suoi disegni dei buoi, divenne nel giro di poco tempo allievo e poi amico di Francesco Carnevali, Leonardo Castellani, Carlo Ceci e Renato Bruscaglia. In questi “fari“ ha sempre visto una guida importante nella sua crescita artistica, concentratasi soprattutto nell’acquerello, pratica di cui era a dir poco straordinario interprete, portata avanti in parallelo all’insegnamento. "Lavoro ancora otto ore al giorno", ci aveva confidato lo scorso mese di agosto, mentre preparava una mostra a Montegridolfo. "Ascolto la musica, mi concentro nel mio mondo", raccontava, sottolineando anche il suo forte amore per il mare.
Anche il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, ha espresso cordoglio per la morte di Fiorucci, "a nome dell’amministrazione urbinate. La sua scomparsa rattrista la nostra città, dove è nato, cresciuto e si è formato. Con lui se ne va un altro rappresentante importante della generazione di artisti legati alla tradizione sviluppatasi all’interno della nostra Scuola del Libro, che è stato il luogo della sua formazione, allievo di maestri del calibro di Carnevali, Castellani, Ceci e Bruscaglia, coetaneo e amico di Marcello Lani. Grazie alle sue opere ci ha raccontato tanto della sua vita e del suo mondo interiore, regalandoci spaccati di sentimenti che sono diventati universali".
Il suo amico Stefano Giampaoli lo ricorda per la mostra di Montegridolfo. "Il suo lascito artistico Fiorucci l’ha testimoniato a Montegridolfo quel 13 di agosto scorso dove aveva esposto. Ci aveva confessato che si allontanava dal suo lavoro. “Fuggivo, non avevo più voglia – queste le parole che mi disse Fiorucci – di entrare nello studio. Ho detto basta. Finisco tutto perché non me la sento. Ne avevo convinta avversione, timore, ripudio. Non riuscendo più a dormire, facendo un po’ il dormiveglia come spesso mi succedeva, ad una bellissima alba aprendo la finestra vidi i suoi barlumi. Vedo un corpo di nuvole, masse biformi che si trasformavano in immagini. Quel cielo si animava. Ne rimasi turbato e nello stesso tempo animato a raccoglierne il significato. Erano nuvole che facevano immagini. Improvvisamente ho avvertito… la necessità di riprendere e quindi ascoltare quello che il sesto senso mi diceva. In quel momento ho avuto la Grazia e sono entrato nello studio. Un richiamo che mi imponeva di risvegliarmi dal dormiveglia, dall’inquietudine“. E così – conclude Giampaoli che ha rievocato le parole dell’artista – Fiorucci ha dipinto l’ultima sua opera, le nuvole, il cambiamento, la “linea d’ombra”".
Oggi alle ore 18 nella chiesa di Cristo Risorto si terrà il rosario; domani alle ore 10 sempre a Cristo Risorto ci sarà il funerale. Fiorucci lascia la moglie Wanda, le figlie Maria Giuseppina e Francesca, i generi e le nipoti Eleonora e Lara.