di Luigi Luminati
L’approdo della variante inglese nella provincia di Pesaro era scontato. Nonostante il tentativo quasi disperato della giunta Acquaroli di non riconoscere questa presenza consolidata nella provincia di Ancona appariva quasi impossibile che non ci fosse un effetto contagio in una provincia circondata da ogni parte da casi di questo tipo. Con la zona rossa di Perugia ad ovest ormai conclamata e con casi sopra i 300 per centomila abitanti a Rimini e Forlì a nord, Pesaro al massimo poteva sperare nel contenimento di un’azione su Ancona. Contenimento che non è arrivato nonostante gli accenni ad una non meglio precisata zonizzazione arancione, fatti l’altro giorno da Acquaroli: "Ancona è andata in controtendenza rispetto alle altre province dove invece c’è una tendenza alla stabilità o al miglioramento rispetto all’indice di contagiosità del virus", ha detto ieri il presidente. "Stiamo valutando – aggiunge Acquaroli -, lo facciamo ogni giorno per i dati della nostra regione. Si cerca di capire se si tratta di una fase che può capitare o di una recrudescenza forte del virus. Eventuali iniziative dovranno essere prese a ragion veduta non basta una tendenza di uno, due, tre giorni a determinare un’azione con ordinanza o restrizioni importanti. Dovremo vedere l’evoluzione nei prossimi giorni, - ha ribadito – confrontandoci anche magari con l’Istituto superiore di sanità e il ministero per fare eventualmente le scelte più opportune".
Nel frattempo di questa prolungata valutazione, la variante inglese, che spaventa anche Angela Merkel, ormai convinta di prorogare il lockdown, è arrivata a Urbania. E non è assurdo ipotizzare un contagio crescente verso Pesaro. Sia da Ancona che da Perugia e Rimini. Il Montefeltro appare letteralmente circondato. Nell’attesa la giunta regionale ha convocato i sindaci di Ancona, Loreto, Jesi, Osimo, Sirolo, Castelfidardo e altri Comuni per decidere cosa fare. Pare che si voglia ipotizzare, anche indirettamente, una responsabilizzazione dei sindaci su ogni scelta di limitazione per i cittadini. Acquaroli intanto punta a segnalare che l’indice Rt è ancora lontano da quota 1: "Siamo a un Rt 0,94 rispetto al precedente 0,95 – dice Francesco Acquaroli – e l’indice dei ricoveri sia in terapia intensiva che nelle strutture ospedaliere è quasi immutato rispetto alla settimana precedente. Rimaniamo una regione in giallo... Nei giorni scorsi – ha poi esemplificato – c’è stato un Comune che aveva denotato una tendenza particolare, ma poi è svanita. Con il tracciamento si è tornati alla normalità, vediamo come andranno le prossime ore". Si punta per un’altra settimana gialla, sperando di non essere costretti a ricorrere al rosso.