Pesaro, 9 gennaio 2025 – Al rincaro dell’acqua guardano con molta preoccupazione gli albergatori. Paolo Costantini, titolare dell’Hotel Astoria, presidente provinciale di Federalberghi, prova a fare due conti: "Di meglio non posso fare perché la cifra esatta non ci è stata comunicata – osserva –. Piuttosto le aziende come la mia hanno ricevuto un avviso in cui si dice che l’importo è in via di ricalcolo a causa di un adeguamento delle tariffe. Se ci fermiamo a riflettere, già questo suona assurdo". Costantini lo spiega con un esempio. "E’ come se io richiamassi i clienti che mi hanno pagato la camera in agosto per chiedergli una cifra aggiuntive, giustificandomi con un errore di calcolo". Facendo una stima, basandosi sull’aumento dichiarato da Marche Multiservizi Costantini si aspetta sui 3mila euro di rincaro. "Una realtà come la mia, con circa 5500 metri cubi di consumi storici, solo di acqua paga sui 25mila euro a stagione. Se il rincaro di Mms è dell’8% mi aspetto un rincaro di 3mila euro".
Insomma l’attesa non è dolce... "No. La concentrazione di scadenze, la coincidenza con i conguagli e gli adeguamenti rappresentano un carico assolutamente troppo pesante da giustificare. Anche perché è mancata l’informazione a monte". Costantini testimonia uno stato d’animo comune a molti imprenditori del comparto: "A trattenere il fiato, come me, sono i nostri consociati: rappresentiamo 250 hotel tra Gabicce Mare, Pesaro, Fano e Urbino per 17800 posti letto". Al pari di un nostro lettore, Giorgio Canfora, di cui abbiamo testimoniato il maldigerito rincaro in bolletta, anche Costantini punta il dito su un aspetto – il calcolo delle eccedenze – che lui definisce assolutamente ingiusto. "Ci troviamo una tariffa base – spiega – con pochi metri cubi a disposizione: non è realistica rispetto ad un consumo medio. Mediamente paghiamo un 30% del consumo di acqua con una tariffa base e il restante ci viene calcolato come eccedenza.
E’ sproporzionato. Crediamo sia il caso di rivedere queste soglie, assolutamente irrealistiche rispetto al fabbisogno, storicamente documentato. Inoltre avviene che un piccolo albergo, con poche camere, ha la stessa soglia minima di un grande albergo con molte più camere. Sembra un trattamento egualitario, invece è iniquo. E poi – conclude– bisognerebbe adottare, come prassi, un’assidua comunicazione riguardo ad aspetti così importanti. Almeno se si vuole che venga percepito come un servizio e non come una gabella".
La preoccupazione di Costantini è condivisa da Agnese Trufelli, direttore Confcommercio, e da Alessandro Ligurgo, direttore generale Confesercenti. "Stiamo assistendo ad un paradosso – evidenzia Trufelli – : i soci, tra cui quelli pubblici, dividono gli utili, mentre distribuiscono aumenti delle tariffe a famiglie e imprese". "L’Aato – osserva Ligurgo – ha fatto male ad aumentare le tariffe. Attendiamo che il presidente di Aato ci faccia partecipi delle scelte che vengono fatte. Vorremo contribuire, non subire. Le imprese oggi fanno molta fatica, le famiglie tendono a risparmiare: questi rincari non saranno senza contraccolpi. Vorremmo un confronto con il presidente Aato in una ottica costruttiva. Non vogliamo urlare allo scandalo, ma siamo consapevoli del carico aggiuntivo che si riversa sull’economia reale. Avremmo voluto essere informati per tempo, cosa che non è avvenuta".