SOLIDEA VITALI ROSATI
Cronaca

Pesaro sott’acqua, il Campus affoga: “Non meritiamo una scuola così”

Caos al Marconi, ma anche al Mamiani e al Bramante Genga: grondaie bucate e infiltrazioni. Gli studenti annunciano lo protesta per oggi: “Inaccettabile doversi abituare a questa incuria”

Dal tetto e dagli infissi filtra pioggia che ha reso inutilizzabili i laboratori. Diverse classi sono state dislocate altrove (Foto Toni)

Dal tetto e dagli infissi filtra pioggia che ha reso inutilizzabili i laboratori. Diverse classi sono state dislocate altrove (Foto Toni)

Pesaro, 19 settembre 2024 – Arrivi a scuola, al Campus scolastico di via Nanterre e cosa accade? Se entri, trovi acqua che passa dal solaio, dagli infissi, arriva sotto i piedi. Se resti nel cortile esterno, come è accaduto al liceo Marconi, ti capita di vedere l’impensabile: dalla grondaia bucata sgorga come da una fontana un getto d’acqua, in cascata. I video sui social sono stati virali con annessi sfottò a raffica della serie: “Nuova fontana al Marconi”.

Il passaparola in città è stato fulmineo. Una mamma è andata a vedere cosa fosse successo: “Le grondaie erano bucate: credo che almeno l’intervento di sostituzione sia sostenibile per la Provincia” testimonia. Umidità stagnante ovunque; i bidelli sono tutti presi a tamponare l’emergenza sistemando secchi per raccogliere l’acqua piovana che passa, a goccioloni, dal tetto e dalle finestre nelle aule, nei laboratori, nei corridoi, nelle palestre.

L’ala nord del Campus – impegnata dal liceo Mamiani e dal Bramante Genga Bramante Genga – è messa duramente alla prova tanto che già dopo mezzora dalla prima campanella i rappresentanti di istituto hanno avuto un incontro con la vicepreside che ha dato le prime indicazioni: le lezioni continueranno e le classi dentro le aule in cui piove verranno spostate in spazi alternativi. “Avremmo voluto fare la riunione in aula magna – testimonia Chiara Zauli, rappresentante di istituto con la compagna Martina Feduzi –, ma non è stato possibile perché fin da subito è stata chiusa causa allagamento”. Tra i ragazzi e tra il personale della scuola la misura è colma: “Sono arrivata in quinta superiore – sbotta Aurora –. Da 5 anni il problema non solo si ripete, ma peggiora di anno in anno. Sempre più secchi, sempre più cartoni e sempre più degrado. La situazione è inaccettabile: dobbiamo protestare. Perché quello che è ancora più insopportabile è l’idea che a questa incuria ci dovremmo abituare, stando in silenzio. Non è giusto”.

Verso metà mattina, la rabbia serpeggiata tra i ragazzi, ha maturato l’idea di una protesta: “Domani (oggi per chi legge, alle ore 8) – annuncia Zauli – noi del Mamiani siamo pronti a manifestare contro questo trattamento: una scuola così non ce la meritiamo. Siamo in contatto con le altre scuole: potrebbero partecipare perché anche loro – dal liceo Marconi all’Istituto Bramante Genga – vivono i nostri stessi disagi”.

Aaron Badioli, 5ª superiore, sottolinea un altro rischio: “Una mia compagna, nello scendere i gradini bagnati, ha rischiato di rompersi un braccio e altri sono caduti”. Feduzi sottolinea infine il problema del sottopasso di via D’Arezzo: “Si è allagato per l’ennesima volta – dice –: gli studenti per raggiungere il pullman hanno attraversto in mezzo al traffico veloce di via Solferino. E’ pericoloso”. All’Ipsia Benelli, a parte alcune nuove infiltrazioni, la situazione è rimasta gestibile.

“Questa estate – fa sapere la presidenza – la Provincia ha fatto specifici lavori di copertura sull’edificio che hanno avuto effetti positivi”. Giustamente: laddove i lavori vengono fatti i risultati si vedono. Gli infissi al Campus, invece, sono gli stessi di 40 anni fa. “Le macchie sui solai, i problemi di queste ore provengono da una mancanza di manutenzione pregressa che è inaccettabile – osserva Nicola Magi, con due figlie iscritte al linguistico –. Lo posso dire: la grande quest’anno fa la quinta e testimonia questo degrado dal primo anno. Sono inferocito per questa situazione che manifesta la scarsa considerazione che le istituzioni hanno per chi cresce in una scuola. E’ assurdo: ci vantiamo di essere un Paese avanzato, ma non lo siamo. Se trattiamo i ragazzi così non lamentiamoci se poi non vanno a votare e fuggono all’estero appena possono”.