SANDRO FRANCESCHETTI
Cronaca

Una 12enne subì abusi dal parroco, il papà: quel prete tornerà in diocesi. "È un vergogna, riviviamo l’incubo"

Pesaro: la rabbia contro la decisione del vescovo di reinserire l’uomo condannato per le violenze in spiaggia del 2012. "Don Giacomo ha rovinato la mia famiglia. Non riesco a immaginare che potrei incontrarlo per strada"

Don Giacomo Ruggeri è stato condannato in Appello a un anno e undici mesi

Don Giacomo Ruggeri è stato condannato in Appello a un anno e undici mesi

Terre Roveresche (Pesaro e Urbino), 6 giugno 2024 – “Quella persona ci ha rovinato la vita e adesso vogliono ridargli un incarico nella nostra diocesi. Ma come si fa? Non è giusto". Si sfoga il padre della ragazza che nell’estate 2012, a 12 anni, su una spiaggia di Torrette di Fano, subì le attenzioni sessuali di don Giacomo Ruggeri. Il sacerdote, per quella sua condotta filmata dalla polizia, venne arrestato il 13 luglio e poi condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione, scontati in appello a un anno, 11 mesi e 10 giorni.

Un padre che, assieme alla sua famiglia, ha vissuto questi lunghi anni tenendosi dentro il dolore con grande dignità, ma ora ha deciso di rompere il silenzio, perché la notizia sul rientro del prete l’ha scosso profondamente.

Cosa prova a sapere che don Ruggeri tornerà in diocesi?

"È una cosa che ci preoccupa e ci fa soffrire. Per questo, ho deciso di dire pubblicamente che così ci fanno ripiombare nel dramma che da 12 anni a questa parte cerchiamo, con fatica, di allontanare. La trovo una enorme ingiustizia. Con tutte le diocesi che ci sono in Italia è necessario farlo venire nella nostra? Se vuol continuare a fare il sacerdote non è meglio, per tutti, che lo faccia da un’altra parte?".

Lei come ha saputo del ritorno di don Giacomo?

"Ce l’ha comunicato il vescovo di Fano alcune settimane fa, chiamando me e mia moglie in parrocchia. Lì per lì siamo rimasti allibiti, poi gli abbiamo detto cosa provavamo e che non potevamo accettarlo, ma abbiamo capito che difficilmente cambieranno idea. Così ho preso la decisione di dire a tutti che questa cosa per noi è devastante e spero di cuore che la gente comprenda il nostro stato d’animo e condivida ciò che pensiamo. Vivere con l’ansia perenne di poterlo incontrare o che, peggio ancora, possa incontrarlo mia figlia, equivale a una condanna, che certo non meritiamo".

A proposito d’incontro. Ha mai pensato cosa direbbe a don Ruggeri qualora se lo trovasse davanti?

"E cosa mai potrei dirgli? Probabilmente rimarrei pietrificato, in silenzio, poi mi girerei dall’altra parte e me ne andrei via, per una strada lontana dalla sua. Io mi fidavo ciecamente di quel prete, tanto da consentirgli di portare al mare la mia figliola e lui ci ha traditi nel modo peggiore".

Riuscirà mai a perdonarlo?

"No. Una figlia è la cosa più preziosa al mondo e lui ha fatto quello che ha fatto, gettandoci all’improvviso nel baratro".

Cosa si porta dentro di quei giorni e dei mesi successivi all’arresto del sacerdote?

"Immagini che ho sempre fisse nella mente e davanti agli occhi. In un attimo siamo precipitati in un incubo. Con l’angoscia di genitori da tener nascosta per aiutare per quanto possibile la nostra bambina; le terapie psicologiche e, allo stesso tempo, le inevitabili ‘torture’ legate alle indagini".

Sua figlia come ha reagito a tutta la situazione e come sta oggi?

"Dopo i tanti colloqui con i magistrati e le sedute con gli psicoterapeuti non ha più parlato dell’accaduto neanche con noi familiari e noi abbiamo rispettato la sua scelta. Adesso, apparentemente, sta bene. Ha un compagno che la ama ed è diventata mamma di un bimbo meraviglioso. Con la gioia della maternità e l’amore della sua famiglia sembra aver riacquistato fiducia e una certa serenità e io non posso accettare che la nuova situazione che si sta prospettando rischi di mandarle in frantumi".