Pesaro, 16 gennaio 2025 – Non una ma ben due tentate truffe telefoniche sventate in poche settimane. La protagonista è Giovanna Pezzolesi, classe 1931, ex maestra elementare pesarese, che non si è fatta certo abbindolare da chi al telefono si è finto un carabiniere, dicendole che i suoi famigliari erano in pericolo. La prima telefonata un circa mese fa, l’ultima proprio ieri mattina.
“Mi è squillato il telefono di casa – spiega – e dall’altro capo della cornetta mi hanno detto che erano i carabinieri e che uno dei miei familiari era lì da loro. Mi hanno addirittura chiamata signora Giovanna, conoscendo il mio nome. Ho subito pensato fosse una truffa, così ho risposto loro che i miei familiari li avevo sentiti la mattina e che stavano tutti bene, così ho riattaccato senza dargli il tempo di andare avanti con la conversazione. Mica ho tempo da perdere con questi delinquenti”, sottolinea convinta la signora Giovanna, che già un mese fa aveva ricevuto un’altra telefonata, questa volta molto più articolata. Al telefono sempre un finto carabiniere: “Non ricordo esattamente se quella volta mi abbiano chiamata per nome – dice – perché quando telefona qualcuno e ti dice che è un carabiniere, un po’ rimani colpita. In più in quell’occasione mi hanno detto che mio nipote (e la signora Giovanna ne ha due, un maschio e una femmina, ndr) aveva avuto un incidente e che lo stavano operando. Sentivo anche una voce in sottofondo che diceva ‘Nonna, nonna’. Lì per lì poteva sembrare anche la voce di mio nipote, anche se la sentivo un po’ flebile, ma mi sembrava tutto così strano che mi chiamassero, tanto che la prima cosa che gli ho detto è stata: perché chiamate me e non i suoi genitori? Loro mi hanno risposto che era una questione affettiva, ma non mi sono lasciata convincere e ho terminato immediatamente la telefonata. Non gli ho dato nemmeno il tempo di proseguire con le richieste, perché magari loro poi ti dicono che verranno a casa e sappiamo tutti poi che possono aggirarti per andare a frugare in qualche stanza”.
Non appena accaduto, la signora Giovanna ha chiamato le sue figlie: “Le ho avvisate subito – dice – e mi sento di dire a chi si dovesse trovare nella mia stessa situazione, di non farsi prendere dal panico ma di prendere tempo con le persone al telefono e di chiamare subito un familiare. E anche quando qualcuno suona alla porta, di non aprire finché non si è riconosciuta bene la persona al citofono”. Giovanna, che ha una grande passione per la Settimana enigmistica (“sì, ma quelle facili non le faccio”, sottolinea), per la lirica ed è il faro della sua famiglia, è stata maestra elementare a Pesaro, alla scuola di via Nanterre e a Urbino: “Una delle cose che ho sempre insegnato ai miei ragazzi è stata proprio quella di non fidarsi di nessuno. A loro dicevo, se qualcuno vi dice che è successo qualcosa a qualche vostro familiare, non state a sentire e proseguite per la vostra strada”. Un insegnamento che la stessa signora Giovanna ha eseguito alla lettera.