Pesaro, 23 febbraio 2014 - E’ arrivata al pronto soccorso l’altra notte all’una, in condizioni drammatiche. Ed ha fatto scattare l’allarme generale per quello che ha detto al primo medico che ha incontrato: «Mi aiuti, mi hanno violentata vicino alla fermata dei bus. Erano due o tre, forse di più. Mi hanno tenuta oltre un’ora». Provava anche ad indicare qualcuno, descrivendone vestito e fattezze. E’ intervenuta di lì a pochi minuti la polizia oltre a ginecologi, psicologi, ispettori, tutti impegnati a capire come fosse accaduta la violenza del branco, dove e quando.
Per saperlo, la donna (una 50enne) è stata sottoposta ad una serie di esami per stabilire le modalità della violenza e trovare riscontri alle sue affermazioni. Intanto, una pattuglia della polizia ha cominciato a perlustrare la città alla caccia di questo gruppo di stupratori che avevano appena violentato la donna. Dopo circa due ore di esami clinici e controlli, la donna ha mostrato di precisare i contorni dell’aggressione spiegando che era in grado di ricordare meglio. Ossia che non era più certa di aver subìto una violenza, che forse quelle persone che aveva incontrato non erano così violente.
A quel punto, la polizia e i medici hanno cominciato ad avere dei grossi dubbi sulla denuncia della donna. La quale, passata un’altra ora, ha ammesso di non esser stata violentata: «Ho bevuto un po’ troppo. Adesso che ricordo bene, un uomo mi ha avvicinato per chiedermi un’informazione ma non mi ha fatto nulla». Malgrado la smentita di una violenza sessuale, gli accertamenti sulla donna sono comunque continuati per stabilire le sue condizioni psicofisiche. Si è scoperto che la signora aveva bevuto molto, forse era ubriaca, e non era in grado di rendersi conto di quanto le fosse successo prima del ricovero in ospedale. Dove è rimasta in osservazione per qualche ora per poi essere dimessa con la prescrizione di una cura antidepressione. Non è chiaro se la polizia procederà contro la 50enne ma viste le sue condizioni al momento dell’arrivo in ospedale, è probabile che nei suoi confronti non venga adottato nessun provvedimento.
Non sono rari i casi di denunce di violenze sessuali, per poi rivelarsi fatti inventati. Come ha accertato qualche giorno fa il tribunale di Pesaro che ha assolto un imprenditore pesarese accusato dall’ex compagna (proveniente dall’est) di violenza sessuale. Lo stesso pm ne ha chiesto l’assoluzione perché, oltre a varie incongruenze sugli orari, l’uomo ha prodotto una registrazione di un colloquio con la sua ex avvenuta il giorno dopo la presunta violenza. La donna gli chiedeva con tutta tranquillità di non impicciare in casa e di uscire perché lei aveva da fare.
© Riproduzione riservata