Inaugurata nel 2015, l'area archeologica di via dell'Abbondanza rende visibili i resti di una lussuosa dimora signorile di prima età imperiale, riccamente decorata. Costruita in età augustea, intorno alla fine del I sec. a.C., la domus fu restaurata più volte e continuò ad essere abitata per un lungo periodo, almeno fino alla fine del II sec. d. C. Le stanze si susseguivano attraverso un lungo asse che dall’entrata passava attraverso il vestibolo per arrivare all’atrio, uno spazio aperto posto al centro della casa. Era questo l’ambiente principale, intorno a cui ruotava la vita di tutta la famiglia. Attorno ad esso si aprivano le stanze private del proprietario: dalle camere da letto al 'tablino', un equivalente del nostro salotto, sistemato proprio in fondo all’atrio. Oltre al tablino era collocato il peristilio, il cortile interno della casa, abbellito solitamente da alberi da frutto, piante aromatiche e vasche o piccole fontane. Attorno al peristilio si aprivano ulteriori ambienti che da esso traevano luce. Mentre le stanze che si aprivano lungo il lato nord-est della domus sono state quasi interamente indagate, delle stanze costruite sul lato opposto del peristilio sono oggi visibili solo le soglie decorate da raffinati mosaici. Fra la fine del I sec. d.C. e gli inizi del II sec. d.C., la domus fu interessata da importanti lavori di ristrutturazione: lo spazio venne riorganizzato riducendo di dimensione alcuni ambienti e creando nuove stanze; le pareti furono affrescate con nuovi cicli pittorici oggi andati pressoché irrimediabilmente persi.
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