REDAZIONE PESARO

Dalla spiaggia un flusso di pensieri: "Vaioming", il ricordo forgia la vita

Viene presentato lunedì l’ultimo libro di Boiani allievo della scuola di Baricco: memoria, ironia e sofferenza.

Dalla spiaggia un flusso di pensieri:: "Vaioming", il ricordo forgia la vita

Giampaolo Boiani

Quella finestra sulla torre che dà sulla spiaggia dei bagni Sacro cuore è un punto di vista non da poco per Giampaolo Boiani, di professione bagnino scrittore, allievo di Baricco e della sua scuola, che ha appena dato alle stampe il suo secondo libro: "Vaioming" (Ventura editore). Una vicenda per nulla semplice, ma che l’autore è riuscito a rendere fruibile con un ritmo avvolgente e incalzante, proprio di chi ha assimilato l’arte dello scrivere mettendoci contenuti. In questo caso non semplici, a volte dolorosi, introspettivi, propri di chi è alla costante ricerca di sé in un mondo che non sempre (ci) capisce.

Boiani, innanzitutto quanto c’è di Pesaro in questo libro?

"Ci sono tracce di ricordi di infanzia, legati a quando ero bambino e che comunque mi hanno nutrito. Ho elaborato ricordi ascoltati dai più grandi, a volte carpiti davvero dietro a una porta, mentre i genitori parlavano nell’altra stanza"

Il libro si sviluppa in più direzioni, scava, e libera una vicenda fluida anche sul piano stilistico: come si arriva a questa maturità in così poco tempo?

"Non ho fatto studi particolari, ho pubblicato il mio primo libro “Riflessi sospesi“ e da lì c’è stato il salto di qualità frequentando la scuola di scrittura Holden di Torino che mi ha dato strumenti maggiori. Ho sviluppato quello che avevo dentro in tutte le direzioni, facendo un lavoro profondo su quello che i docenti della scuola Holden chiamano la nostra struttura sentimentale, andando a fondo in se stessi, esaminando anche la parte più scura ed elaborando quella tecnica: come organizzare i capitoli, come entrare nella storia, il punto di vista ed altri accorgimenti. La scuola di Baricco è stata fondamentale e Marco Missiroli, grande scrittore e insegnante che scrive per Einaudi, mi ha preso sotto la sua ala, dicendomi che corsisti così ne aveva incontrati pochi. E così è nato il progetto di Vaioming. Lui mi ha dato la spinta interiore per potere arrivare al progetto. Mi ha detto: parti con ciò che ti ho insegnato e con quello che hai imparato e vediamo cosa tiri fuori"

Non era facile, il suo libro ha pagine melodiche, liriche, ma anche crude e di sofferenza...

"Sì, il protagonista cerca di sopravvivere alle sue difficoltà psichiche che all’inizio non sa di avere. Sente che in lui c’è qualcosa che non va. I personaggi che incontra gli accendono la luce e lo aiutano a comprendere nel bene e nel male il suo disagio e anche i suoi lati forti e positivi di cui a volte non si accorge e che non sa tirare fuori. Ma i personaggi che incontra a volte lo affossano anche e chi può aiutarlo evita".

La sua è una storia di sofferenza dove però non mancano ironia e qualche bel ceffone: contrasto voluto?

"Sì, il contrasto narrativo funziona sempre"

Ogni libro lascia una o più verità a chi lo legge: a lei cosa ha lasciato come autore?

"E’ un libro che non è stato pensato, ma è stato scritto su un canovaccio, a flusso di pensiero. A me ha tirato fuori tanti ricordi sommersi che sono stati la spinta a scrivere. Ogni volta che mi riportavo alla pagina erano questi ricordi che mi spingevano a scrivere". Il libro sarà presentato con modalità anche venerdì 20 settembre alle 18,30 all’Alexander museum.

d. e.