GIOVANNI VOLPONI
Cosa Fare

Commandino e Viti: due piccoli ritratti per due grandi del '500

Due personaggi da riscoprire all'oratorio di San Giuseppe di Urbino: il video

L'inaugurazione dei ritratti assieme all'installazione video

L'inaugurazione dei ritratti assieme all'installazione video

Urbino, 22 agosto 2024 - Due piccoli ritratti per due geni del Cinquecento: da qualche giorno all’interno del museo dell’oratorio di San Giuseppe, scrigno di capolavori di varie epoche nonché uno dei musei più visitati della città ducale, sono esposti due ritratti restaurati con un allestimento temporaneo ad hoc e un video che li illustra. Si tratta dei volti, racchiusi da una cornice ovale, di Federico Commandino e Timoteo Viti. Il primo, scienziato, matematico e scrittore, influenzò con le sue traduzioni di libri greci tutta la rivoluzione scientifica da Galileo fino a Newton.

Il Viti, pittore eccellente, fu collaboratore di Raffaello alle stanze vaticane e dopo alcuni anni nella Capitale se ne andò perché insofferente di lavorare all’ombra del suo concittadino, più giovane di lui ma già considerato il miglior pittore al mondo. Cosa accomuna il pittore e lo scienziato? L’essere stati iscritti alla confraternita di San Giuseppe, un pio sodalizio che ad Urbino, dal 1500 fino ad oggi, raccolse un gran numero di associati illustri, tra cui re, papi, duchi, pittori, letterati. I dipinti, da sempre conservati nel museo, sono reduci da un restauro che ha riportato dopo 400 anni colori e nitidezza originali, evidenziando, specialmente nel ritratto del Commandino, una pennellata molto elegante che trasmette l’intenso sguardo del protagonista.

Per i due ritratti, è stata ipotizzata una origine della bottega di Barocci. Per l’occasione, con il contributo della ditta Lorisystem, la confraternita ha commissionato al regista Giovanni Lani un documentario che viene riprodotto a ciclo continuo nel museo, a beneficio dei visitatori, e contiene le interviste alla storica dell’arte Bonita Cleri e allo storico della scienza William Shea circa le biografie dei due personaggi. I piccoli ritratti del Viti (1470-1523) e del Commandino (1509-1575) sono parte di un perduto ciclo che raccoglieva i volti dei personaggi più illustri che fecero parte della confraternita di San Giuseppe. Sono dipinti ad olio su tavole di pioppo. Il Viti si iscrisse nel 1518 e ricoprì attivamente varie cariche all'interno del sodalizio, fino all'anno della morte. L'oratorio conservava fino all'Ottocento due Sacre Famiglie eseguite dal pittore, oggi perdute. Commandino, ritratto probabilmente dal vero, viveva a pochi passi dall'oratorio. Sul retro di quest'ultimo dipinto, in particolare, è stata scoperta la scritta a matita 'Federico Barocci', forse un'attribuzione postuma alla bottega del pittore urbinate.