Pesaro, 4 febbraio 2024 – C’è anche Apecchio tra le quattro new entry decorate con la bandiera arancione, assegnate oggi dal Touring Club Italiano, alla presenza del Ministro del Turismo, Daniela Garnero Santanchè, e di oltre 200 sindaci da tutta Italia.
Delle 281 bandiere arancioni certificate per il triennio 2024-2026, 277 sono state confermate, mentre quattro nuove località del centro-sud Italia hanno ricevuto il premio, che avrà una validità di tre anni: Apecchio (Pesaro-Urbino) appunto, poi Bagnone (Massa-Carrara), Roseto Valfortore (Foggia) e Sinalunga (Siena). Le Marche in particolare, sono tra le regioni più ‘arancioni’ insieme con Toscana e Piemonte: sono infatti 28 i comuni marchigiani certificati, sono poi 43 quelli toscani e 39 quelli piemontesi.
Ma cosa significa vincere la bandiera arancione? Si tratta di una certificazione che viene assegnata ai comuni dell’entroterra che sanno esprimere grandi eccellenze in termini ambientali, culturali, enogastronomici, di accoglienza e di innovazione sociale e che trovano nel turismo una concreta opportunità di rilancio, nonostante le difficoltà dovute alla situazione di marginalità.
Bandiera arancione ad Apecchio: ecco perché
Apecchio è storicamente luogo di incontro di numerose civiltà, si affaccia tra Marche e Umbria, in un paesaggio alle pendici del monte Nerone, alla confluenza dei fiumi Biscubio e Menatoio. Ecco la motivazione del premio: “La località si distingue per il centro storico ben conservato e tipico, per la varietà degli attrattori ben tenuti e facilmente raggiungibili grazie all’itinerario dedicato e ben segnalato. Efficiente il sistema di informazioni turistiche, sia in loco con l’ufficio turistico dedicato e ben segnalato, sia online con un sito web ben strutturato, che danno la possibilità di trovare tutte le informazioni utili per scoprire il territorio. Efficace è inoltre la comunicazione e la promozione dei prodotti tipici e degli eventi”.
Cosa vedere ad Apecchio
Sicuramente il centro storico è tutto da scoprire, partendo dal ponte medievale a schiena d’asino (XV sec.), che dà accesso all’arco della Torre campanaria del XIV secolo. C’è un itinerario segnalato. Nei pressi si trova palazzo Ubaldini, costruito su progetto di Francesco di Giorgio Martini, che ospita al suo interno il teatro G. Perugini, il più piccolo delle Marche, e il Museo dei Fossili e dei Minerali del Monte Nerone, con oltre duemila pezzi di notevole pregio scientifico oltre che estetico.
Meritano una visita anche le chiese, tra le quali la chiesa di Santa Lucia con affreschi di scuola giottesca e di origini templari, la chiesa della Madonna della Vita, la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria risalente al X secolo e la pieve di San Martino.
C’è anche il quartiere ebraico con la sinagoga, il forno per la cottura del pane azimo, il cortile del sukkot e il cosiddetto ‘giro d’aria’ (XV sec.). Inoltre, il territorio è ricco di sentieri per il trekking, con percorsi facili o più impegnativi, così come vasto e variegato è il reticolo di sentieri e strade (sia bianche che asfaltate) da percorrere in bici attorno al paese (Apecchio è anche tappa della Ciclo Appenninica Alte Marche).
Prodotti tipici e fiere
Apecchio è rinomato poi per il tartufo di ogni tipo e in ogni stagione, ma anche per la birra: ci sono infatti tre birrifici artigianali di alto livello. È per questo che Apecchio può fregiarsi del titolo di prima Città della Birra Italiana. Ma il borgo è anche riconosciuto come capitale dell’Alogastronomia, neologismo coniato per indicare le connessioni virtuose tra birra artigianale, prodotti di qualità e territorio. Infatti il primo fine settimana di ottobre si tiene Apecchio Tartufo & Birra, mostra mercato del tartufo e festival dell’Alogastronomia
Il bostrengo, invece, è il dolce tipico preparato ancora oggi con la ricetta rimasta invariata nel corso dei secoli. La relativa sagra si tiene nel periodo di Ferragosto.
Infine, Passio è la manifestazione religiosa in costume organizzata da oltre trent’anni il Venerdì Santo e che coinvolge l’intera comunità della frazione di Serravalle di Carda, dagli anziani ai più giovani.