Parma, 12 luglio 2021 – Il prosciutto di Parma sulla “lista nera” dei prodotti sottol'embargo russo, seguito a ruota dal Parmigiano Reggiano e dal salume rivale San Daniele. Una posizione politica che grava sulle tasche de produttori locali, con ripercussioni ancora più gravi sull'intera filiera dei prodotti di origine controllata. Se negli anni scorsi l'esportazione del prosciutto di Parma aveva compensato la persone di volume dovuta a un calo della produzione, in parte dovuta anche al nuovo stile alimentare degli italiani, quest'anno si teme un impennata al ribasso per tutta la filiera.
A preoccupare è la proroga delle sanzioni europee
Le nuove decisione prese a Bruxelles di prorogare di altri sei mesi, fino al 31 gennaio 2022, le sanzioni per la destabilizzazione dell'Ucraina nei confronti della Russi, potrebbero ripercuotersi ancora più pesantemente sui produttori emiliani. A sostenerlo è la Coldiretti, dopo un'analisi della situazione degli ultimi mesi.
“Una decisione che - sottolinea la Coldiretti - non mancherà di provocare la ritorsione russa con la proroga dell`embargo (deciso da Putin nell'agosto del 2014 e già più volte rinnovato) ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura”. Le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Russia hanno perso 1,4 miliardi negli ultimi sette anni a causa, che tuttora colpisce una importante lista di prodotti europei con il divieto all`ingresso come ritorsione alle sanzioni dell`Unione Europea.
“L`inizio del disgelo tra Biden e Putin - continua la Coldiretti - aveva fatto sperare in una ripresa delle relazioni in un momento difficile per l`economia a causa della pandemia Covid”.
Prosciutto di Parma: una perdita costante
Per il prosciutto di Parma, il 2020 si era già chiuso con una flessione negativa: la produzione di prosciutti marchiati ha subito un calo del 2,2%, con circa 8,7 milioni di pezzi, mentre le cosce avviate alla produzione erano state solo 7,8 milioni, con una perdita del 10% rispetto al 2019.
L'anno sorso è stato contraddistintoda una contrazione generale del prosciutro crudo, il Parma in Italia ha venduto il 5,6% in meno, mentre le esportazioni negli Usa e nei paesi europei sono riuscite a contenere le perdite con 2,5 milioni di colli e un calo del 3% su base annua.