Parma, 15 febbraio 2023 - A marzo 2020, all'inizio della pandemia, si ammalò di Covid e poco dopo morì: a quasi tre anni di distanza il tribunale di Parma ha obbligato l'assicurazione, con la quale l'uomo aveva stipulato una polizza sulla vita e che inizialmente si era rifiutata di pagare, a indennizzare la moglie, considerando quanto successo un "infortunio" e non una "malattia".
Indennizzo negato: è malattia
L'uomo fu fra i primi contagiati pur non avendo particolari patologie pregresse o fattori di rischio, secondo quanto riporta l'Ansa, riprendendo la Gazzetta di Parma. Aveva stipulato una polizza sulla vita in favore della famiglia. Dopo la morte del marito, l'assicurazione disse alla moglie che non le spettava alcun indennizzo, perché suo marito era morto per una malattia. La famiglia, allora, attivò l'avvocata Francesca Barbuti che, avvalendosi della consulenza del medico Nicola Cucurachi, ha convinto il tribunale di Parma, che in primo grado ha pronunciato una sentenza favorevole alla famiglia.
Sentenza destinata a fare giurisprudenza
"Quali siano le cause dell'infortunio - spiega al giornale parmigiano Cucurachi, docente di medicina legale all'Ateneo della città - è ben stabilito: la sua causa deve essere accidentale, e di certo un'infezione di questo tipo lo è, provocata da qualcosa di esterno. Deve essere violenta, intendendo come violenta qualcosa che produce danni in un tempo limitato. E l'aggressione del Covid è violenta: il virus entra nell'organismo e lo infetta in brevissimo tempo". Resta da capire se l'assicurazione farà ricorso e la vicenda andrà avanti. "Ma è una sentenza destinata a fare giurisprudenza - dice l'avvocata Barbuti - un precedente scomodo per chi finora si è rifiutato di indennizzare il dovuto".
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