Parma, 20 settembre 2024 – Le prossime ore saranno decisive per Chiara Petrolini, per il momento indagata a piede libero per omicidio premeditato e occultamento di cadavere. La Procura di Parma ha depositato la richiesta di custodia cautelare. È la seconda a essere avanzata dopo che la prima richiesta di arresto, qualche settimana fa, era stata respinta dal giudice delle indagini preliminari. Questo accadeva quando non era ancora avvenuto il ritrovamento del secondo neonato. Un diniego contro cui la Procura aveva presentato ricorso alla Corte d’Appello.
Tante domande e tutte pesanti, inquietanti, in una storia che ha più misteri che certezze. Chiara Petrolini è stata aiutata nei suoi due parti? È possibile che questa ragazza di 22 anni, esile e minuta, abbia nascosto a tutti le gravidanze? Che abbia partorito in completa solitudine, senza nessuno accanto a lei, senza nessuna assistenza, improvvisandosi ostetrica di se stessa? Un interrogativo, tra i tanti: è credibile che sia stata tanto abile da iniettarsi da sola l’ossitocina per indurre il parto? I carabinieri hanno scandagliato la sua cerchia familiare e amicale, fra cui due coetanee, una delle quali studia da ostetrica. Una di queste avrebbe parlato di una conversazione ‘strana’, senza però che affiorasse il sospetto di una gravidanza. E ancora che significato va attribuito alle macchie di sangue nel bagno di casa, svelate dal Luminol, che potrebbero essere riferibili al secondo parto? Un interrogativo che si allarga a un segno, una specie di bozzo, notato sulla parte sinistra della nuca del piccolo.
Nei giorni scorsi la donna veniva data come ospite della nonna paterna, a Parma. In realtà si troverebbe da giorni lontano dalla città ducale. Una drammatica figura double face. Da una parte l’immagine pubblica, quella della ragazza di famiglia solida e benestante, studentessa universitaria di Giurisprudenza, oratoriana, scout, commessa a chiamata in un negozio di abbigliamento sportivo, baby sitter richiesta da tante famiglie di Traversetolo per la sua bravura e pazienza. Dall’altra, il ritratto di un personaggio freddo e cinico che uscirebbe dalle carte dell’inchiesta. Una giovane Medea del Parmense che sopprime i due figli appena generati sotterrandoli vivi nel giardino della villetta bifamiliare, nella frazione Vignale. Anaffettiva al punto da partire per una vacanza con i genitori subito dopo ogni morte: la prima volta in Giappone, la seconda a New York. Come una consuetudine, quasi una regola.
E fino all’ultimo prosegue nella vita di sempre, i bambini da accudire in casa, quelli da accompagnare nella piscina di San Polo, le uscite, gli aperitivi, i selfie, le fotografie, esaminate dagli inquirenti, da cui non traspariva il suo stato di mamma in attesa. "Quando, in agosto – dice Simone Dall’Orto, sindaco di Traversetolo –, è uscita la storia, televisioni e giornali mi chiedevano con insistenza di poter comunicare con Chiara. Non conoscevo il suo numero di telefono. Dopo averlo avuto da un conoscente, le ho inviato un messaggio Whatsapp. Mi ha risposto che, al rientro, sarebbe stata sua premura mettersi in contatto con me. Cosa che non è avvenuta".
"Chi sa veramente – è l’appello accorato che viene lanciato dal sindaco – deve parlare. Ci sono persone che scrivono sui social che in paese si sapeva tutto ma che nessuno voleva parlare. La collaborazione della comunità è importante. Altrimenti, si rischia di dare di Traversetolo un’immagine omertosa che non rispecchia la realtà. Se qualcuno ritiene di sapere, lo faccia presente agli inquirenti. Saranno loro a valutare se è importante".