Parma, 25 settembre 2024 – Tra 24 ore si potrebbe avere una svolta nel caso dei neonati morti a Traversetolo: per domani è infatti previsto l’interrogatorio di garanzia a Chiara Petrolini, la 22enne madre di entrambi i piccoli, accusata di omicidio premeditato e occultamento di cadavere per il secondogenito – il primo ad essere trovato nella villetta di Vignale – e di soppressione di cadavere per il primogenito.
Le prime dichiarazioni
Non si tratterà, tuttavia, della prima volta in cui la giovane viene ascoltata dagli inquirenti. Le prime dichiarazioni volontarie sono state rilasciate lo scorso 2 settembre, alla presenza del suo avvocato difensore. In quell’occasione, Petrolini ha ricostruito cosa fosse successo quel fatidico 7 agosto: ha raccontato di aver partorito in solitudine a casa, dopo aver nascosto la gravidanza a tutti – compresi genitori e il fidanzato Samuel – di aver seppellito il neonato una volta resasi conto che era morto e di aver passato la successiva serata uscendo con le amiche, cenando in famiglia e dormendo con il ragazzo. Ha negato di essere ricorsa a farmaci abortivi o ad altri metodi che inducessero il parto, così come di aver avuto un’altra gravidanza. Due fatti – questi ultimi – contraddetti dalle prove rinvenute nel corso delle indagini.
I problemi del secondo corpo
Con il ritrovamento dei resti del secondo bambino, Petrolini è stata interrogata una seconda volta. Ed ecco dunque l’ammissione di un primo parto – in data 12 maggio 2023 – e del seppellimento del primogenito.
E’ proprio sul primo neonato per ordine di tempo (il secondo, in base al ritrovamento) che si concentrano le principali ombre del caso. Visto l’avanzato stato di decomposizione, sarà probabilmente impossibile accertare cosa gli sia successo. L’esame medico-legale, come riportato dalla Gazzetta di Parma, potrà solo evidenziare eventuali lesioni allo scheletro: informazioni certamente utili, ma che non porterebbero a conoscere necessariamente la causa del decesso. Ad esempio, se il piccolo fosse morto per la stessa emorragia al cordone ombelicale che ha ucciso il fratellino nato il 7 agosto, lo stato dei resti non potrebbe confermarlo. Gli inquirenti sperano quantomeno di riuscire a capire perché attorno alle ossa ci siano alcune fibre.
Il giallo delle forbici
Un ulteriore punto da chiarire sarà quello delle forbici da cucina usate per tagliare il cordone ombelicale. A indicarle è stata proprio Petrolini, ma da una prima analisi non risultano esserci tracce di sangue. Non si esclude quindi che la ragazza possa aver usato un altro strumento.
L’interrogatorio di garanzia di domani potrà confermare o meno la misura cautelare degli arresti domiciliari disposta la scorsa settimana.