Parma, 17 gennaio 2022 – È arrivata la svolta nella cura del Covid, individuate due molecole che potrebbero essere in grado di inibire la tempesta infiammatoria del virus. Un risultato importante raggiunto dai ricercatori delle Università di Ferrara e Parma, che potrebbe risultare fondamentale per contrastare gli effetti più gravi della sindrome provocata dal Sars-CoV-2. “Non escludiamo che le molecole identificate possano anche interferire con il ciclo vitale del virus”, confermano i ricercatori del team. I prossimi passi saranno verificare “l'attività di queste biomolecole su cellule infettate”.
“Abbiamo analizzato un grande numero di molecole candidate a inibire la cosiddetta tempesta citochinica, ovvero l'esagerato rilascio di fattori infiammatori da parte delle cellule dopo l'infezione dal virus”, spiega Alessia Finotti dell’ateneo di Ferrara, coordinatrice del progetto. I risultati dello studio sono stati pubblicati in due articoli sulle riviste scientifiche Phytomedicine e “International Immunopharmacology”.
Risultati importanti: ecco quali
Sulforafano e oligonucleotide, due nomi difficili che potrebbero portare alla svolta decisiva nella cura del Covid. “In particolare, abbiamo identificato due molecole che potenzialmente sono di grande interesse”, entra nel merito la prima autrice dello studio, Jessica Gasparello (Unife).
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La prima è il sulforafano, un composto che in natura si trova in diverse specie vegetali, come nelle piante appartenenti alla famiglia delle crucifere, ad esempio broccoli, cavoli e cavolini di Bruxelles. “La seconda è un oligonucleotide che mima l'attività di un microRNA – conferma Gasparello –piccola sequenza di materiale genetico presente nelle cellule, che il nostro gruppo aveva già da alcuni anni dimostrato essere coinvolto nella regolazione della tempesta citochinica scatenata in seguito ad infezione da Sars-CoV-2”.
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Il progetto è stato finanziato dal Miur all'interno del Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca. Due i gruppi di ricerca impegnati, coordinati da Alessia Finotti dell’Università di Ferrara e Roberto Corradini dell’Università di Parma. I due capi progetto sono anche titolari di contributi da parte del Consorzio Interuniversitario per le Biotecnologie nell'ambito del progetto “L'innovazione delle Biotecnologie nell'era della Pandemia Covid-19”, finanziato dal Miur.