Padova, 26 aprile 2022 – È stata disposta l'autopsia sul corpo di Ahmed Jouider, il 15enne scomparso da Padova in circostanze misteriose e trovato questa mattina privo di vita nel fiume Brenta. La polizia ha confermato l'identità del corpo, sul posto il padre del ragazzo: potrebbe essere lui stesso ad effettuare il riconoscimento. Sul corpo non sembrano esserci segni di violenza, almeno apparentemente: sarà l’autopsia a stabilire le cause del decesso e a fugare ogni dubbio su eventuali aggressioni da parte di altre persone, così come aveva lasciato intendere il ragazzo in un messaggio inviato in chat all’ex fidanzata. Tutto farebe pensare a un gesto estremo, ma per capire realmente come sono andate le cose bisognerà attendere la conclusione delle indagini, guidate dal pubblico ministero Andrea Girlando.
Aggiornamento Inchiesta per istigazione al suicidio
La prima ricognizione medico legale sul corpo del 15enne ritrovato stamane nel fiume Brenta non avrebbe riscontrato segni di morte violenta, di ferite o traumi da colluttazione. Lo si apprende da fonti vicine alle indagini. Gli investigatori, da poche ore, hanno in mano soltanto il cellulare di Ahmed Jouider e solo dall'analisi dei dati dello smartphone sarà possibile avere indicazioni maggiori su possibili frequentazioni a rischio dell'adolescente, delle quali però, al momento – precisano le stesse fonti – dnon vi è alcuna evidenza. Il 15enne frequentava l'istituto professionale a Padova e aveva un percorso scolastico del tutto normale e con un buon profitto.
Momenti di tensione, cosa sta succedendo sul Brenta:
- Si cerca la bici rossa
- Il ritrovamento del ragazzo
- "Brutto punto, un altro caso qualche mese fa"
- Il giallo della scomparsa
Si cerca la bici rossa
La bici rossa con cui si è allontanato non è stata ancora trovata. Il cellulare, invece, è stato trovato da un passante sulla passerella che collega il quartiere di Padova Torre con Cadoneghe. L'uomo ha messo la propria scheda telefonica sim e poi è stato rintracciato dalla polizia. Così si è individuato il punto del fiume dove poi è stato trovato il ragazzo. Il 15enne è uscito di casa giovedì scorso, poco prima delle 22, a bordo di una bici rossa. Dopo aver cenato in famiglia dopo l’orario consentito dal Ramadan, aveva detto alla madre e alla sorella che sarebbe andato al patronato e che voleva loro bene. Poi ha mandato un messaggio alla ex fidanzata riferendole di aver paura per la sua incolumità, qualcuno lo minacciava. Dalle 24 di quella sera il cellulare risultava staccato.
Il ritrovamento del ragazzo
La salma è stata avvistata nel fiume in territorio padovano e recuperata intorno alle 10.30. La polizia in mattinata ha trovato il cellulare del 15enne vicino al ponte pedonale che collega il quartiere Torre con Cadoneghe, a quel punto i vigili del fuoco hanno iniziato a scandagliare il Brenta ed è stato trovato un corpo.
A seguire le operazioni di recupero della salma sul posto, il padre di Ahmed, un uomo di origine marocchina, che ha osservato in silenzio la scena del recupero, e non ha voluto dire nulla. Il cadavere si trova ancora sull'argine, coperto da un telo termico, attorniato dagli agenti della polizia e della scientifica. Dalle prime informazioni emerse, sembra che il corpo trovato nel fiume avesse gli stessi abiti che indossava Ahmed la sera in cui era uscito a bordo della sua bici rossa senza fare più ritorno: pantaloni della tuta e una felpa nera con una striscia grigia.
“Brutto punto, un altro caso qualche mese fa”
"É un brutto punto, c'è già stato un caso qualche mese fa, un altro ancora prima. Va monitorato con grandissima attenzione". Sono le parole di Marco Schiesaro, sindaco di Cadoneghe, sul posto del ritrovamento del cadavere di Ahmed Jouider. Il punto del ritrovamento si colloca tra il quartiere di Padova Torre e il Comune di Cadoneghe.
"Le operazioni sono cominciate questa mattina alle 7.30 con i sommozzatori – continua Schiesaro –. Abbiamo bisogno di una sorveglianza sovracomunale, un controllo video generalizzato di quest'area".
Il giallo della scomparsa
Il giovane viveva nel quartiere patavino di Mortise con la famiglia, ma poco prima di sparire aveva inviato un messaggio vocale all’ex fidanzata in cui le riferiva di avere paura per la sua incolumità. “Mi minacciano, ho paura: ho delle questioni in sospeso con alcune persone. So che morirò”, aveva detto il ragazzo, tra il sospetto della famiglia che aveva raccontato di un episodio in cui il ragazzo avrebbe mentito ai compagni di scuola, inventandosi di essere stato ferito e curato in ospedale.
Ahmed era uscito da casa la sera del 21 aprile con la sua bicicletta rossa, forse per raggiungere gli amici o quelle persone che potrebbero tenerlo sotto scacco. È una scomparsa carica di mistero, resa inquietante dal messaggio vocale inviato alla ragazza, chiedendole di “non farlo sentire a nessuno”. L’ultima traccia del ragazzo era stata rilevata in via Madonna del Rosario, in zona Torre, dove il cellulare ha agganciato una cella telefonica prima di essere spento, intorno alla mezzanotte.
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