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Giada Zanola, l’esame tossicologico rileva presenza di narcotici sui vestiti della 33enne gettata giù dal cavalcavia

La donna potrebbe essere stata stordita con delle sostanze, che l’avrebbero resa incosciente al momento della caduta. Il compagno Andrea Favaro, accusato di omicidio, resta in carcere

I primi esami tossicologici hanno evidenziato la presenza di narcotici sui vestiti di Giada Zanola, la 33enne gettata giù da un cavalcavia dell'A4 (Ansa)

Padova, 27 giugno 2024 – Stanno emergendo altri dettagli attorno agli ultimi momenti di Giada Zanola: sugli abiti della 33enne gettata giù da un cavalcavia il 29 maggio a Vigonza (Padova), sono state trovate tracce di narcotici. Il compagno, Andrea Favaro, è accusato dell’omicidio ed è attualmente detenuto nel carcere di Padova.

Nello specifico, gli esiti parziali degli esami tossicologici hanno evidenziato la presenza di particelle di benzodiazepine, sostanza alla base di molti tranquillanti e narcotizzanti. Se assunta in quantità eccessive può causare incoscienza, ma gli inquirenti non sono ancora certi che Zanola fosse priva di sensi al momento della caduta. Dall’autopsia è tuttavia emerso che molto probabilmente la vittima fosse viva, considerata anche la mancanza di segni di strangolamento o ferite di vario genere. 

Qualora la responsabilità di Favaro fosse accertata, si tratterebbe dell’ennesimo femminicidio anticipato da violenze fisiche e psicologiche. Nell’ultimo periodo, seguente a una crisi, Giada aveva paura del compagno, delle sue botte e delle continue liti. La 33enne aveva rivelato alle amiche di temere persino che l’uomo potesse condividere i suoi video intimi, in un’ottica di revenge porn e ricatto. Per via della gelosia e della possessività, la donna avrebbe persino deciso di annullare le nozze in programma a settembre, forse uno dei fattori scatenanti della collera di Favaro.

In uno dei primi interrogatori, l’indagato aveva affermato di non ricordarsi le dinamiche dell’ultima lite, quella che si è conclusa con la caduta dal cavalcavia, come se avesse una sorta di “vuoto”. Ma quest’amnesia, secondo il pm di Padova, non sarebbe altro che “una messa in scena”