REDAZIONE PADOVA

Rapporto Italia Sostenibile di Cerved, Padova e Treviso tra le migliori province d'Italia

Tra le province del Nord, ottime performance del Veneto sul fronte della sostenibilità sociale e della riconversione riconversione energetica. Venezia in dufficoltà sulla gestione dei rifiuti

Padova e Treviso nel "Rapporto Italia Sostenibile"

Padova e Treviso nel "Rapporto Italia Sostenibile"

Padova, 13 settembre 2022 – Il Veneto premiato dal nuovo rapporto Cerved, Padova e Treviso entrano nella rosa delle sei province più sostenibili d’Italia. La città patavina, la cui università è tra le migliori al mondo proprio per la sostenibilità, premiata per le azioni di sostenibilità sociale, il Trevigiano - che già spicca in Italia per le cantine vinicole sosptenibili - per la riconversione energetica. Tra le città peggiori sul fronte della gestione delle scorie industriali e rifiuti urbani c’è invece Venezia, che aspira a diventare Capitale mondiale della Sostenibiltità.

Sommario:

Il rapporto Cerved

A fronte di un buon risultato in area veneta e, più in generale, in tutto il Nord, l’Italia non brilla rispetto alle altre nazioni europee. Su 29 Paesi analizzati, l’Italia occupa la 15esima posizione ed è al di sotto della media europea, soprattutto a causa delle cattive performance economiche e sociali, mentre vanta un buon livello di sostenibilità ambientale. Tuttavia, se scorporate, le regioni di Nord Ovest e Nord Est si piazzano addirittura al sesto e settimo posto, immediatamente a ridosso dei migliori cinque Paesi monitorati (Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, Germania, Finlandia).

È la fotografia dell’ultimo Rapporto Italia Sostenibile, presentato oggi da Cerved Group. Secondo il report, la debolezza italiana è soprattutto economica: hanno risultati peggiori solo Romania, Cipro e Grecia, anche a causa di una produttività che, da più di vent'anni, non registra alcun miglioramento. Questa stagnazione, dovuta a una scarsa attrattività per gli investimenti esteri e alla limitata capacità di innovazione – investiamo poco in ricerca e sviluppo e siamo ultimi tra i grandi Paesi per digitalizzazione – è all'origine della crescita stentata, dei redditi fermi da dieci anni e del basso tasso di occupazione (57%, 10 punti sotto la media Ue).

La mappa delle province

Padova e Treviso sono tra sette le province italiane più sostenibili, insieme a Milano, Bolzano, Trento e Bergamo. La mappa della sostenibilità delle province – che è stata definita in base all'indice che sintetizza la componente economica, sociale e ambientale – conferma l'ampio divario che esiste tra il Nord e il Sud della Penisola: Siracusa, Vibo Valentia, Agrigento, Reggio Calabria e Crotone chiudono la classifica italiana.

La provincia meridionale migliore è Bari, al 51esimo posto su 107. Oltre alla classifica generale, sono poi state individuate 17 variabili che hanno permesso di dividere l'Italia in cluster omogenei. Le prime province per indice di sostenibilità economica sono tutte al Nord: Milano è in testa, seguita a una certa distanza da Bologna e Torino; in coda troviamo Caltanissetta, Agrigento e Trapani. Bisogna scendere fino alla 17esima posizione per trovare Firenze, alla 24esima per Roma e alla 60esima per la prima provincia del Sud, Bari.

Padova: prima per sostenibilità sociale

La sostenibilità sociale è fortemente correlata a quella economica: le prime dieci province, con la sola eccezione di Pisa, sono al Nord, a partire da Milano, Padova e Bolzano; le ultime risultano Crotone, Reggio Calabria e Caserta. In particolare, nelle province del Sud è più alta la quota di famiglie a rischio di esclusione sociale: se infatti esiste un Centro-Sud resiliente, come le grandi aree urbane di Bari e Napoli, che pur con livelli di sostenibilità medio-bassi possono contare su un sistema produttivo vitale, importanti infrastrutture e istituzioni formative, le intere Calabria e Sicilia e ampie aree di Campania e Puglia mostrano tessuti produttivi deboli e vaste sacche di fragilità sociale. L'indice di sostenibilità ambientale – che considera come parametri i livelli di inquinamento, la situazione idrogeologica e sismica, la gestione delle scorie e dei rifiuti, il rischio della transizione energetica nei sistemi produttivi – non replica invece la spaccatura tra Nord e Sud: Macerata, Bergamo e Monza Brianza sono le tre province migliori, Siracusa, Isernia e Ferrara le peggiori. Al Sud le posizioni più alte sono di Enna (quarto posto) e Lecce (nono). In generale le aree metropolitane sono penalizzate da più alti livelli di inquinamento ma evidenziano risultati migliori in termini di consumi e riconversione energetica: Milano, Torino, Venezia e Padova sono le province che più frequentemente hanno superato le soglie di inquinamento da Pm10, mentre Viterbo, Macerata e Urbino risultano le migliori.

Treviso punta sulla riconversione energetica

In termini di riconversione energetica (energia generata da fonti rinnovabili) sono invece i grandi centri a stare nella parte alta della classifica, con Brescia, Torino e Aosta a occupare le prime tre posizioni. Molto diversa anche la capacità di gestire scorie industriali e rifiuti urbani: spiccano Treviso, Mantova e Pordenone, mentre sono in grave difficoltà Grosseto e grandi città come Palermo, Genova, Catania, Trieste, Venezia, Firenze e Roma, che occupa la 94° posizione. Vi sono poi 14 province estremamente eterogenee, città portuali come Brindisi e Livorno, aree montane come Aosta e Sondrio, economie agroalimentari come Lodi e Siena o caratterizzate dall'industria pesante come Terni, il cui specifico tessuto produttivo dovrà affrontare pesanti costi per la transizione.